18 gennaio 2017 – Corriere del Trentino

Scuola-Provincia, segnali di disgelo

Incontro tra Rossi e sindacati. Contratto e reclutamento, primi sì. Mobilità, in Trentino è contenuta

Contratto, reclutamento, mobilità. Tre aspetti nodali della scuola al centro dell’incontro fra i sindacati e l’amministrazione provinciale. Confronto atteso dopo le ultime vicende piuttosto critiche a base di commissariamenti, ricorsi e accuse incrociate. Clima costruttivo che adesso ha bisogno di tradurre le parole in fatti concreti.

Da una parte l’assessore-presidente Rossi con l’intero staff dirigenziale del dipartimento della conoscenza e i vertici dell’Apran, dall’altra rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Delsa e Antes. Sulla mobilità la trattativa è già in corso sulla base di una bozza predisposta dall’Apran. Quest’anno vi sarebbe la disponibilità a concedere a tutti la possibilità di chiedere il trasferimento in attesa dell’entrata in vigore degli ambiti, rimandata di un anno (decisione che i sindacati hanno apprezzato). In seguito dovrebbe essere ribadito il blocco almeno triennale.

In tema di mobilità, alla luce di alcune indagini di Tuttoscuola riportate dal Corriere della Sera, il dipartimento ha comunicato che in Trentino riguardano circa 500-600 insegnanti, numero corrispondente al 10% dell’organico. Una percentuale ampiamente tranquillizzante per alunni e genitori nonché decisamente inferiore ai dati nazionali.

Ampio e delicato il problema del precariato e del reclutamento. Va precisato che anche il Trentino dovrà adeguarsi ai contenuti del recente decreto attuativo approvato nei giorni scorsi dal governo: al contrario di quanto accade oggi, in futuro si effettuerà prima il concorso e solo i vincitori seguiranno un percorso triennale di abilitazione (un anno di formazione e due in aula). Non si dovrebbero in questo modo creare false aspettative e spendere inutilmente soldi per ottenere un’abilitazione magari inutile.

Sull’esempio di Bolzano, si dovrebbe inoltre costituire un’unica graduatoria provinciale che costituirebbe il «secondo canale» per l’assunzione a tempo sia determinato sia indeterminato. Nei prossimi giorni Rossi vedrà la ministra per capire la disponibilità governativa ad accogliere la richiesta trentina di una nuova norma di attuazione che consenta di procedere con la realizzazione di tale graduatoria unica.

Il contratto della scuola è bloccato da troppi anni mentre gli impegni degli insegnanti sono accresciuti. Per questo i sindacati hanno chiesto di procedere subito a calendarizzare una serie di incontri con l’Apran per discutere sia gli aspetti retributivi sia quelli normativi (che vanno messi in ordine dopo numerosi accordi-stralcio aggiuntisi in maniera disorganica). Si dovrebbe in ogni caso partire dalla base di 85 euro medi mensili, già stabiliti a livello nazionale. La Provincia potrebbe inoltre operare sulle indennità locali per un ulteriore riconoscimento economico. Non va dimenticato, per esempio, che in Trentino gli insegnanti non hanno ricevuto il bonus di 500 euro concesso dal governo a tutti i docenti del resto d’Italia.

È infine emersa l’ipotesi di estendere anche alla scuola il sistema della staffetta generazionale per permettere il «passaggio del testimone» da un docente in prossimità della pensione (con una riduzione dell’orario di lavoro pur mantenendo lo tesso stipendio) ai nuovi assunti.

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