04 settembre 2018 – Corriere del Trentino

Alotti (Uil) preoccupato «Deluso e sconcertato dalla frammentazione, la politica non esprime alcuna competenza»

È proprio nel momento in cui l’economia sembra rialzarsi che l’ombra di nuove cadute si fa più lunga. Tanto più, che a mettere lo sgambetto alla ripresa è una politica che oggi si ritrova «povera di idee e di competenze». A mettere in guardia rispetto alle allettanti sirene di candidature pro-poltrone è il segretario della Uil del Trentino, Walter Alotti. Per lui, la discontinuità serve, sì, ma va accompagnata a «progetti solidi e concreti».
Segretario, anche lei, come il presidente di Confindustria Zobele, rabbrividisce alla possibilità che siano più di quattro i poli a concorrere per le prossime elezioni?
«Sì. Sono deluso e sconcertato dalla frammentazione politica a cui stiamo assistendo. Il centrosinistra autonomista ha dimostrato di aver perso completamente il contatto con le persone, cosa che invece la Lega non ha fatto, presidiando bene non solo i centri più grandi ma anche le valli. E oggi, queste sono le conseguenze».
Lo sgretolamento della coalizione che ha guidato il Trentino negli ultimi anni avrà effetti negativi sull’economia?
«Siamo in un momento di leggera ripresa, le rilevazioni della Camera di Commercio lo confermano. Ma è proprio in questa fase che bisogna essere più attenti, previdenti e responsabili. E l’instabilità politica che registriamo sia a livello locale che nazionale non fa bene al nostro tessuto economico».
Cosa la spaventa di più?
«I fattori che potrebbero turbare la ripresa sono molti: dai dazi di Trump allo spread a 300 punti, passando per la legge finanziaria che mette in fila molte promesse ma non chiarisce come si alimenteranno le entrate. Già in passato, il Trentino ha dovuto fare i conti con scenari difficili ed è riuscito a reggere l’urto mettendo in campo le sue idee migliori. Ma adesso mi chiedo: chi riuscirà a fare la differenza?».
Ghezzi e Tonini si contendono la successione a Rossi. Il Patt correrà da solo con il governatore uscente, Daldoss guiderà i civici, Fugatti il centrodestra e i Cinque Stelle saranno capitanati da Degasperi.
«Tutti nomi che dopo la defenestrazione di Rossi continuano a rincorrersi, ma senza uno straccio di programma e di contenuti. I trentini vogliono concretezza, cosa che si sta sottovalutando. La mancanza di competenze e di idee è chiara a tutti. È come se l’unico obiettivo fosse andare uno contro l’altro per arrivare a sedersi in consiglio provinciale. E poi?».
Lei era stato in tempi non sospetti un estimatore dell’ex assessore Carlo Daldoss. Non la convince neanche lui?
«Ribadisco che non è una questione di nomi, ma di fatti. Va bene invocare la discontinuità, come sta facendo Daldoss, ma serve anche altro. Il prossimo governo provinciale dovrà saper prendere le distanze rispetto a quanto fatto da Rossi con la riforma della scuola e della sanità, ma anche nel campo delle infrastrutture, dell’ambiente e del turismo. E servono idee nuove anche in edilizia e nel sociale. Idee che però devono poggiare su solide basi».
Cosa salva?
«I risultati raggiunti a livello economico dipendono dalla proficua collaborazione che le parti sociali, le parti datoriali e la Provincia hanno messo in piedi in questi anni. Una best practice che va rafforzata anche in futuro. E giudico positivamente anche gli investimenti in innovazione e ricerca e l’operato di Trentino Sviluppo che è riuscito a dare maggiore vitalità al tessuto imprenditoriale locale. Ma il Trentino ha diverse questioni spinose da trattare, a partire dalla crisi della Cooperazione che non è più uno dei settori trainanti della nostra economia. Chiunque governerà da ottobre in poi dovrà fare i conti con questa nuova realtà».

Scarica il pdf: Alotti ART 040918