10 luglio 2018 – Trentino

Assistenza odontoiatrica, critiche all’Icef

Il Tavolo di controllo: la legge funziona, ma il sistema di calcolo del reddito penalizza alcune famiglie

Sono 140mila le prestazioni odontoiatriche offerte dall’Azienda sanitaria e dai privati convenzionati nel 2017. Al Tavolo di controllo sullo stato di attuazione della legge che, unica in Italia, introduce l’assistenza odontoiatrica agevolata per i trentini, il bilancio sembra positivo, ma non mancano criticità. Appare insufficiente il coordinamento pubblico-privato da parte di Apss. Sotto accusa l’utilizzo dell’Icef come criterio di accesso alle cure perché non commisurato al costo della vita e la mancata attivazione della Rete Odontoiatrica Pediatrica.
I NUMERI
Nel 2017 le cure offerte da Apss sono state 77mila. I privati convenzionati hanno offerto 63mila prestazioni. L’investimento è stato di 12,5 milioni, in calo rispetto ai 13,5 milioni del 2015.
Sono 1800 i minori visti dall’odontoiatra (30% della popolazione target): a 4 anni l’80% dei bambini è senza carie, a 12 anni il 90%. Nel 2016, tra le strutture più attive c’è stato l’ospedale di Borgo Valsugana, con 18mila cure. Il 53% delle prestazioni dirette di Apss è stato rivolto a pazienti da 0 a 17 anni, mentre i privati hanno assistito 6900 minorenni, circa la metà dei pazienti totali. Le prestazioni Apss sono state al 39% di diagnostica, 23% igiene, 36% cure, 1,2% protesistica. Più consistente (7%) la protesistica presso privati.
LE CRITICITÀ: MINORI E ICEF
Il presidente Associazione Nazionale Dentisti Italiani Tomaso Conci ha espresso una valutazione basata sulla sua “percezione” e sul parere “di molti colleghi”: «In mancanza di risorse sufficienti a curare tutto, non si sono decise priorità. La tutela della salute dei soggetti in età evolutiva è il punto fallimentare della legge. La stragrande maggioranza di chi sotto i 15 anni avrebbe diritto di essere curato gratuitamente non si avvale del servizio». Fulvio Campolongo, direttore Unità Odontostomatologia all’Ospedale di Trento, sottolinea: «Nel 2017 abbiamo firmato un protocollo per la prevenzione primaria odontoiatrica, a un anno di distanza nulla risulta realizzato».
Lorenzo Pomini, rappresentante CGIL-CISL-UIL, ha rilevato come l’Icef, usato per verificare che il paziente abbia diritto alle cure, sia un parametro iniquo: «L’Icef non è indicizzato al costo della vita, famiglie che vedono aumentare l’Icef, sono in realtà più povere».
L’assessore Gilmozzi si dice soddisfatto: «Questa legge è unica in Italia, serve un impegno maggiore nella fascia d’età 0-18 anni. Apss deve coordinare meglio e non solo erogare i servizi». Il consigliere Walter Viola (Patt), tra i promotori della legge, commenta: «Altre regioni, come la Lombardia, ci stanno copiando. Ci sono margini di miglioramento nella prossima legislatura». Filippo Degasperi (M5s), promuove la legge ma precisa: «Si sollevano da alcune spese le categorie deboli, ma l’Icef non va bene, non rispecchia il tenore di vita reale».
Scarica il pdf: odontoiatria ART 100718