17 agosto 2017 –   Corriere del Trentino

Balzo della mortalità infantile Alotti (Uil): «Dati preoccupanti»

Morti bianche, bimbi non vaccinati, oppure malati? Trovare una risposta alle morti dei bambini in tenera età, nel primo anno di vita, è sempre molto difficile.

Il tema è delicato, ma a preoccupare sono i dati: se in Trentino nel 2005 si registravano 2,5 casi di bimbi morti su mille neonati, nel 2015 erano 2,3 (dato più o meno in linea con gli anni precedenti, eccetto un picco del 2012), nel 2016 sono saliti a 3,4 casi. Un aumento che pone il Trentino in cima alla statistica stilata dall’Ispat (Istituto di statistica della provincia di Trento). In Alto Adige nel 2015 si sono registrati 2,4 casi, in Veneto 2,5, mentre la media dell’Unione europea è di 3,6 casi. Anche il dato della Lombardia è più basso: nel 2015 si sono registrati 2,6 casi.Numeri allarmanti, secondo il segretario generale Uil del Trentino, Walter Alotti, che ora chiede delucidazioni all’assessore alla salute della Provincia, Luca Zeni.

«La mortalità infantile ha registrato un balzo nel 2016 ben oltre quanto accaduto nelle regioni italiane ed europee, un valore superiore anche all’Area Euro» spiega Alotti che punta il dito sulla mancanza di informazioni.

«Se esistono commenti e analisi dell’Ispat e di esimi professori e sociologi rispetto ai dati relativi ai tassi di fertilità e natalità, non ci giunge alcuna informazione riguardo a questo dato — precisa — certamente preoccupante, tanto più in un frangente come questo in cui le polemiche sono infuocate sia sul tema delle vaccinazioni che sulla riorganizzazione di neonatologia».

Il segretario della Uil invita a una riflessione e sollecita l’assessore Luca Zeni. «Bisogna capire — continua — se questo balzo sia di natura episodica o eventualmente legato alle modalità organizzative della sanità trentina o a qualche altra ragione statistica della popolazione del Trentino».

Scarica il pdf: mortalità infantile ART 160817