25 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Chiantibanca, perdita da 90 milioni Il Focc parte senza Ccb e Phoenix

ChiantiBanca non chiude il bilancio 2016 con 80 milioni di perdita, ma addirittura con 90,4. Ieri intanto a Trento «Ebicre» ha completato l’iter che consente la piena operatività, per cui il Fondo per l’occupazione (Focc) inizia a lavorare. Ma senza Cassa centrale banca — dopo la bocciatura dei dipendenti in assemblea — e senza Phoenix, che continua a tacere.

ChiantiBanca, presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, strigliata dall’ispezione di Bankitalia, è costretta a una super-pulizia di bilancio. Nei giorni scorsi il terremoto è costato il posto al direttore Andrea Bianchi, che si è dimesso con cinque consiglieri d’amministrazione. Perché interessa così tanto al Trentino? Perché era la terza Bcc d’Italia, che doveva dare «il turbo» al nascente gruppo di Ccb, la quale l’aveva convinta ad abbandonare l’idea della way-out (ma molti si chiedono: con questi conti ce l’avrebbe fatta?). E perché Bini Smaghi è forte dell’esperienza in Bce, un contatto importante con l’istituto che vigilerà il nascente gruppo nazionale di Ccb. La collaborazione TrentoPrato era anche stata suggellata dalla sottoscrizione di 20 milioni di bond toscani da parte di Ccb e Phoenix. Scossoni a parte, il progetto comunque va avanti. «Abbiamo ripulito il bilancio, la banca è sana e solida» dichiara Bini Smaghi. Fra una settimana, venerdì 31, Ccb terrà a Milano il suo ultimo convegno per convincere gli indecisi ad aderire al proprio gruppo: finora le adesioni sono un centinaio. La riunione, probabilmente a porte chiuse, risente di un po’ di tensione degli ultimi giorni, con un pressing di Iccrea che viene dato in forte crescita, per mettere in difficoltà Ccb.

Sul fonte occupazionale, ieri è stato dato il via libera al Focc, Fondo occupazione sostenuto da banche e dipendenti, che servirà a prepensionare circa 150 dipendenti delle Rurali e, si apprende dalla nota diramata in serata, agevolare «almeno una trentina di nuove assunzioni». Il Focc è sostenuto da Fabi e Sinadi, contrati da sempre Fisac Cgil, Uilca e First Cisl.

Il via libera «significa che da questo momento le aziende interessate e i lavoratori saranno chiamati a versare le risorse per alimentare il fondo per l’occupazione (Focc)» — mille euro all’anno per ciascuno —, fondo che serve per «la ristrutturazione delle aziende del credito cooperativo trentino, attraverso azioni che mirano a mitigarne gli effetti negativi sui lavoratori». L’ente bilaterale ieri ha approvato i regolamenti attuativi.

«Viene favorita la cosiddetta “staffetta generazionale” (part time per chi è vicino alla pensione a fronte di nuove assunzioni di giovani) con contributi che possono arrivare fino a 15mila euro. Inoltre la conferma dei lavoratori precari viene aiutata con 8mila euro».

I dipendenti di Cassa centrale banca, in contrasto con le indicazioni del sindacato maggioritario Fabi, hanno bocciato il Focc nei giorni scorsi, poiché nella loro struttura non si prevedono esuberi, ma semmai assunzioni. Ccb evidentemente ha preso atto e non ha aderito allo strumento, con lei pure Phoenix, l’importante società di informatica bancaria. Alcuni osservatori ricordano che alcune Rurali avevano vincolato la loro partecipazione all’adesione anche di questi due soggetti.

Scarica i pdf: Focc ART 250317