08 agosto 2018 – Trentino

CITTADINI E SINDACATO DEI CITTADINI

Il direttore Faustini, a una presentazione di un libro sulle tematiche del lavoro a cui ero stato cortesemente invitato, mi pose una domanda circa il futuro del sindacato e soprattutto sulle precise possibili nuove forme di rappresentanza, oltre alle tradizionali, a cui guardava od avrebbe dovuto rivolgersi il sindacato: giovani, lavoratori autonomi, disoccupati? Ricordo che affermai che per un sindacalista della Uil la risposta era nel logo stesso della propria organizzazione: la difesa dai soprusi e dalle ingiustizie deve riguardare, oltre ai lavoratori ed ai pensionati, tutti i cittadini.

La nostra Costituzione, poi, indica chiaramente da chi è necessario ripartire: dai più deboli, da quelli che non hanno o non hanno più un partito, da quelli che non possono vantare raccomandazioni di famiglia o amicizie influenti tali da risolvere i loro problemi, da coloro che sono senza “santi in paradiso” o che non hanno conoscenti nei gangli della pubblica amministrazione o nel mondo della salute e del sociale.
Faustini provocatoriamente mi disse, a ragione, che di questa indistinta generalista categoria di persone si sarebbero appropriati i nuovi movimenti politici, che non appellano più i loro supporters come “amici”, “compagni”, “fratelli” o “camerati”, ma proprio con l’uso inflazionato, smodato, dell’appellativo “cittadini”. E proprio questa ultima osservazione mi permette oggi di integrare un ragionamento solo abbozzato in quel breve scambio di battute col Direttore.
Certo, nemmeno Giorgio Benvenuto al IX Congresso nazionale UIL del 1985 non si era inventato nulla. Tutti ricorderanno come il termine “cittadino”, grazie al rinnovamento illuministico settecentesco, fosse stato esteso e giuridicamente inserito (1789) nella “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”.
Nondimeno è possibile dimenticare lo sforzo di elaborazione filosofica e politica di Giuseppe Mazzini. Nei testi mazziniani, i primi a tratteggiare una Giovine Italia ed una Giovine Europa, i semi / gli ideali ancora oggi fondamento della nostra cultura laica, democratica ed europeista.
Nulla di più distante da derive populiste, demagogiche e, addirittura, sovraniste.
Oggi chi utilizza impropriamente, indiscriminatamente il termine cittadino dovrebbe quantomeno studiare la nostra Carta Costituzionale.
La Costituzione ben traccia la via che eleva i sudditi (di una monarchia ovviamente non rappresentativa) a cittadini. Si imparino a memoria i primi cinque articoli della Carta. Nel contempo per nostra parte, rispetto a trent’anni fa e all’intuizione di Benvenuto nell’attualizzare quella rappresentanza anche civile – e non solo politica – da parte del Sindacato, si rende necessario oggi rilanciare l’azione sindacale integrando il concetto di cittadinanza con una maggiore attenzione rispetto ai temi della difesa dell’ambiente, del risparmio e dei consumatori.

Scarica il pdf: cittadini ART 080818