20 luglio 2019 – Trentino

Comune, rivoluzione pausa pranzo: solo 30 minuti

Uffici pubblici. La decisione a seguito della riorganizzazione degli sportelli aperti al pubblico In precedenza lo stacco minimo era di 45 minuti. Soluzione che non piaceva ai dipendenti

Novità importante per i dipendenti del Comune di Trento. Dopo una fase sperimentale che ha interessato alcuni uffici, lunedì scorso la giunta comunale ha dato l’ok alla riduzione della pausa minima per il pranzo che così passa per tutti i lavoratori dell’ente pubblico da 45 a 30 minuti.
In verità si tratta di un ritorno al passato, visto che sino a qualche anno fa la pausa per consumare il pasto era di mezzora. Poi la decisione di introdurre i 45 minuti minimi, una scelta che aveva fatto storcere il naso a parecchie persone. Molti, infatti, soprattutto per conciliare i tempi lavoro-famiglia preferiscono un pasto veloce per poi prendersi cura dei figli. Una necessità che mal si conciliava con la pausa pranzo
lunga. La decisione della giunta, quindi, è stata accolta con soddisfazione dalla maggiora parte delle centinaia di dipendenti del Comune capoluogo.
La scelta della giunta è strettamente legata anche alla riorganizzazione degli orari degli uffici comunali aperti al pubblico. Proprio questi sono stati interessati da un periodo di sperimentazione legata anche alla riduzione della pausa pranzo. Sperimentazione che, evidentemente, ha portato a risultati soddisfacenti in termini di gradimento del pubblico.
Le novità sono state messe nero su bianco in una delibera, preceduta da un accordo con i sindacati di categoria (Cgil, Cisl, Uil e Fanalt) per l’introduzione della novità.
La decisione della giunta ha preso spunto da una mozione che era stata presentata nel gennaio del 2017 dai consiglieri comunali Roberta Zalla, Emenuele Lombardo, Paolo Serra, Michele Brugnara, Stefano Bosetti, Silvio Carlin, Elisabetta Bozzarelli, Vanni Scalfi, Corrado Bungaro e Alberto Salizzoni (questi ultimi due nel frattempo nominati assessori dopo il rimpasto che ha fatto seguito alle elezioni provinciali). La mozione poi approvata nel maggio successivo impegnava la giunta sulla “valutazione e sperimentazione di orari flessibili da attuarsi presso alcuni uffici comunali”. La mozione partiva dal presupposto che alcuni uffici comunali, per il tipo di servizio svolto, hanno un accesso da parte dell’utenza maggiore di altri. Da qui la necessità si legge nella mozione di ampliare l’apertura degli stessi uffici con fasce di flessibilità che possano rispondere ad esigenze di utenze particolari (per esempio le libere professioni). Il documento ha quindi impegnato la giunta a trovare soluzioni che permettessero di facilitare l’accesso agli uffici comunali.

Scarica il pdf: COMUNE ART 200719