26 febbraio 2017 – Corriere del Trentino

Confesercenti, Peterlana pro aperture festive

L’ombra del contrasto interno. I sindacati: «La categoria ha cambiato idea?» Direzione, Gloria Bertagna in pensione. Affiancamento al successore Cekrezi

A inizio settimana i sindacati trentini del commercio hanno ottenuto l’impegno della Provincia ad intervenire sulle aperture festive, che si vorrebbe ridurre sul modello del Friuli Venezia Giulia. Ieri è intervenuto Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti, facendosi portavoce di una posizione diversa: «È davvero questa la strada giusta? Sarebbe meglio trovare un nuovo modello che soddisfi le esigenze di un territorio turistico. Si potrebbero tenere aperte tutte le attività di domenica e pure nei festivi se, per gli imprenditori, ci fosse un costo del lavoro accettabile». La presa di posizione fa storcere il naso ai sindacati, che in sintesi si chiedono: «Ma Confesercenti non doveva difendere l’interesse dei piccoli negozi»? Da notare inoltre, che pure la categoria dei piccoli negozio, i «Commercianti del Trentino» di Massimo Gallo, sta lavorando per agevolare la chiusura in alcune festività. Sul fronte interno, intanto, l’associazione ha iniziato il periodo di transizione che porterà al cambio di direttore: va in pensione Gloria Bertagna, che per alcuni mesi però affiancherà il nuovo direttore designato, Aldi Cekrezi.

Peterlana, vicepresidente generale e a capo della Fiepet (pubblici esercizi) affronta un tema che riguarda in primis i negozi «in sede fissa» (abbigliamento ecc.), non bar e ristoranti, che non hanno limitazioni settimanali. Ovvio però che un centro urbano con negozi aperti «fa lavorare» di più anche i pubblici esercizi.

Il timore è che l’assessore Alessandro Olivi segua il Friuli, che ha imposto una decina di chiusure all’anno: capodanno, pasqua, primo maggio, 25 aprile ecc. «La questione è poliedrica — osserva Peterlana — da un lato ci sono i lavoratori, da un altro gli imprenditori, da un altro lato ancora un territorio che si dice turistico e poi abbassa le serrande rischiando di non accogliere in modo adeguato i turisti. C’è un corto circuito in corso». «Riva del Garda — fa un esempio il ristoratore — mica può chiudere a pasqua».

In merito all’impegno di Piazza Dante, per Peterlana «si rischia di guardare il dito invece della luna. Basterebbe prendere esempio fuori dai nostri confini nazionali per capire quale potrebbe essere la soluzione migliore. Si potrebbero tenere aperte tutte le attività che lo decidono e lo chiedono in modo autonomo e facoltativo se, per gli imprenditori, ci fosse un costo del lavoro accettabile. Si potrebbero assumere più persone e creare rotazione per il personale, e le aziende ci starebbero dentro con i costi». Per questo motivo «la Provincia dovrebbe abbassare, per quanto di sua competenza, le tasse ai negozi. Il cuneo fiscale contributivo, infatti, è pari in media al 46,7%».

Walter Largher (Uiltucs) e Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) ricordano che nel 2014 Confesercenti nazionale aveva promosso una campagna contro le aperture domenicali. Adesso cambia idea? «Le regole in Friuli poi prevedono deroghe per i centri turistici, Peterlana forse non lo sa» dice Largher. Ma Trento e Rovereto sono da considerare turistici? «Se si riesce a tenere chiuso per qualche festività, le grandi catene commerciali come Aldi potrebbero cambiare idea e non insediarsi in Trentino. Sarebbe un vantaggio pure per i gruppi locali» aggiunge la Uiltucs. «Mi stupisco che Peterlana, parlando come vicepresidente di Confesercenti, dimostri di aver cambiato idea sulla questione. Loro che tutelano i piccoli negozi dei centri cittadini, dovrebbero sapere che la concorrenza delle grandi catene che riescono a tenere aperto la domenica ha comportato la chiusura di 25-30 negozi in centro negli ultimi anni» osserva Avanzo.

Con Olivi, va ricordato infine, oltre ai sindacati parla pure «Commercianti del Trentino» di Confesercenti, con posizioni opposte rispetto a Peterlana. In assessorato nei giorni scorsi l’associazione ha proposto limitazioni alle aperture ai negozi, secondo un modello più «mitteleuropeo» che verrà definito nei prossimi giorni. Trento sta attendendo la sentenza del Consiglio di Stato sull’esperienza friulana, poi prenderà una decisione.

Scarica il pdf: Confesercenti ART 260217