22 febbraio 2019 – Trentino

Noi della Uil e un’ideachiara della scuola

Egregio Direttore,ho partecipato all’interessante dibattito di martedì 19 presso il Liceo Rosmini a Trento, organizzato dall’associazione “Genitori e insegnanti per la cittadinanza attiva in Trentino”, da Lei come al solito ben moderato. L’iniziativa, con al centro l’importantissimo tema delle culture educative e cambiamenti sociali, con un focus sul futuro delle pari opportunità, ha avuto certamente il successo che meritava, visto la partecipazione di tante e tanti trentini ed il richiamo delle importanti relatrici presenti (Lorella Zanardo, Barbara Poggio e Michela Marchi), ma credo anche a causa della sospensione, nelle settimane scorse, dei corsi e percorsi di educazione alla parità di genere da parte della giunta Fugatti. Quello che si vuole sottolineare, con questo intervento, è un argomento a noi molto caro che è stato solo sfiorato nell’incontro al “Rosmini”, ma che per la UIL è e rimane centrale, anche in riferimento a questa spinosa vicenda:l’autonomia della scuola. Un principio che trova base costituzionale nell’art.117 comma 3, ma che incontra limite nel disegno di Scuola dell’autonomia, costruito nel ventennio di provincializzazione scolastica. Noi crediamo che la Scuola pubblica, funzione dello Stato e rispettosa delle diverse Comunità educative (composte da docenti e ragazzi, famiglie e dirigenti scolastici e personale scolastico), debba essere indirizzata alla formazione dei cittadini di domani, nel rispetto dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale. Per questa ragione è necessario tempestivamente ripristinare la piena autonomia delle singole Istituzioni scolastiche. In un tempo, quello che stiamo vivendo, intitolato all’appannamento (almeno apparente) dei valori costituzionali, centrale rimane il ruolo della Scuola pubblica, per noi “a carattere statale”, per riproporre un’azione formativa rispettosa dei valori che ci tengono insieme e che ci proiettano verso il futuro. Occorre, con una buona dose di modestia, ammettere gli errori del passato e ripristinare tempestivamente tutte le forme di garanzia e difesa delle comunità educanti, al fine di evitare il progressivo asservimento della Scuola alla maggioranza politica di turno al governo. Nel corso di questi anni, insegnanti e genitori si sono sentiti dire che vi erano obiettivi strategici da perseguire, obblighi formativi ed ineludibili percorsi educativi: si pensi all’inserimento dell’obbligo di programmare percorsi di storia locale (che poi: chi può dire quale sia il limite tra storia locale e storia generale?). Prima si voleva insegnare Andreas Hofer, oggi si chiederà ai docenti di impegnarsi sulla figura di Alberto da Giussano? La UIL chiede sia reintrodotto un filtro fra la politica e la scuola, una figura con pieni poteri a tutela della
libertà d’insegnamento e dell’autonomia delle singole Scuole. Debbono essere garantite e tutelate la libertà d’insegnamento e il diritto/dovere di formazione e aggiornamento da parte dei docenti. Le Istituzioni scolastiche devono essere libere, e messe nelle condizioni finanziarie, di individuare / organizzare e proporre agli studenti (alle trentine ed ai trentini di domani) percorsi a diverso indirizzo educativo e culturale, ivi compresi quelli sulla parità di genere.
Walter Alotti
■ Grazie, prima di tutto. Poi: da Andreas Hofer ad Alberto da Giussano… Provocazione e semplificazione davvero divertente (e vera?), la sua. Spero che su questi temi si apra un dibattito franco. L’autonomia è importante, ma lo è anche mi lasci giocare con le parole l’autonomia (della scuola) dall’Autonomia (della Provincia). Una Provincia autonoma può fare molto per migliorare, aiutare, sostenere, innovare la scuola e, di conseguenza, anche per sperimentare cose che nella scuola statale non si possono nemmeno immaginare. Però il “paziente” va trattato con grande cura.

Scarica il pdf: autonomia della scuola ART 220219