30 dicembre 2016 – Trentino, Corriere del Trentino

«Prima i diritti dei lavoratori»

I sindacati mettono le mani avanti: «C’è il diritto di opzione tra Stato e Regione»

 

«Tra rimpalli e ritardi siamo arrivati all’approvazione della norma senza che siano definiti gli aspetti sindacali: è stato sprecato troppo tempo e ora bisogna accelerare, ma soprattutto cambiare atteggiamento nei confronti dei lavoratori». Questo il messaggio lanciato ieri dai sindacati confederali della funzione pubblica, con una nota firmata dai segretari Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Carlo Alberto Incapo (Uil Pa).

«Con l’entrata in vigore della norma, comincia la decorrenza dei 120 giorni per esercitare il diritto di opzione (per i lavoratori che scelgono di rimanere alle dipendenze dello Stato) e dei 90 giorni per predisporre le tabelle di inquadramenti e stipendi. Ci sarebbe stato tutto il tempo per arrivare, già pronti, al momento dell’effettività della delega, visto che pochi potevano essere gli elementi di dubbio» si legge nella nota. Per il sindacato confederale, occorre partire immediatamente con la convocazione del tavolo tecnico per l’inquadramento del personale e con quello politico, nel quale Arno Kompatscher deve mostrare di saper trovare le risorse necessarie per gli organici e i processi di riqualificazione, oltre a dare la certezza del diritto di opzione: « Sin dai primi di gennaio, saranno convocate assemblee del personale per valutare eventuali mobilitazioni per il rispetto degli impegni presi dai presidenti Rossi e Kompatscher. Una delega di questa portata non può essere fatta contro il personale che rappresenta la risorsa fondamentale dei servizi sul territorio. E i segnali di ostilità sono ampiamente annunciati nelle ipotesi di rinnovo del contratto regionale, dove vengono delineate norme di profilo discriminatorie per dipendenti che provengono da altre amministrazioni».

Toni ancora più duri da parte di Giuseppe Vetrone (Flp) che parla di “notizia nefasta”, “mazzata tremenda”, “cessione dei gioielli di famiglia” e annuncia battaglia per i lavoratori che non vorranno passare alla Regione e avranno il diritto di essere impiegati dice Vetrone in altri servizi statali sul territorio: dall’Agenzia delle Entrate al Ministero dell’Interno.

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