Comunicato stampa UIL del Trentino 26 settembre 2016

Diritto allo studio. Borse di fichi secchi.

L’assessora Ferrari, in vista dell’incontro con il sindacato, avverte che «non si fanno le nozze coi fichi secchi», ma un fico secco è semmai quello che rischia di emergere dall’imminente riforma del diritto allo studio.

Calano le borse di studio? «No, non ci sarà alcun taglio, semmai un aumento di risorse» – smentisce l’assessora, e allora di che si preoccupano gli studenti e il sindacato? Il fatto è che, i numeri non mentono, negli ultimi cinque anni le risorse sono passate da 7,43 milioni per 2.957 beneficiari a 6,04 milioni per 3286 beneficiari. Sembra proprio un calo, checché ne dica Ferrari, ma il “maneggio” è presto fatto e invece di tagliare le borse – l’assessora non è mica una tagliaborse qualunque – si “segano” i beneficiari. Ecco quindi che il Trentino si adegua alla media nazionale del valore delle borse (nel 2013-’14 in Provincia era di 1.837 contro 3.422 euro nazionali) e tutti sono contenti tranne forse quelli che si vedono togliere – anzi, tagliare – la borsa sotto il naso come fossero in un affollatissimo e famigerato mercato di periferia. Si tratta di piccoli importi, si dirà, e forse è persino meglio così (anche se il fact checking fornito dagli studenti dell’Udu Unitin smentisce questa tesi nel merito), ma in ogni caso se non si fanno le nozze coi fichi secchi non si possono neanche vendere bisi per fave e i tagli, fossero anche utili ottimizzazioni, vanno chiamati per quello che sono.

Parlando di franchezza e comprensibilità, sempre a proposito delle borse di studio, come Uil del Trentino non capiamo il motivo per cui il Bando 5B (quello concepito per Orientare e sostenere giovani con particolare interesse ed impegno verso percorsi di eccellenza) è ancora sospeso in attesa di definizione e siamo ansiosi di capire cosa cambierà al riguardo con l’adozione dell’Isee. Si tratta di un intervento per gli studenti trentini particolarmente meritevoli che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado nell’anno in corso e intendono proseguire il percorso di studi. In una fase storica in cui l’università sta perdendo appeal (anche per via di una crisi economica persistente che scoraggia le famiglie ad impegnarsi con i costi di un figlio che studia) e si ha la percezione che le lauree siano in qualche modo svalutate, ci sembra fondamentale – se vogliamo migliorare il futuro mondo del lavoro aumentando consapevolezza, competenze e qualificazioni – intervenire in un momento chiave come la fine delle superiori.

Speriamo che in proposito l’assessora sia d’accordo con noi e che, in ogni caso, giacché vuole un incontro chiarificatore, sappia esporci cosa ha in programma di fare senza passare per discutibili interpretazioni che tendono sostanzialmente a censurare gli aspetti più sgraditi, magari con una foglia di fico.

Walter Alotti

Segretario Generale UIL del Trentino

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