15 dicembre 2017 –  Corriere del Trentino, Trentino

Edilizia, lunedì i lavoratori scioperano

Trattative fallite sul contratto «per colpa delle associazioni datoriali». I sindacati: salario più alto e lotta al lavoro nero

 

Dopo un anno e mezzo senza  contratto, i sindacati dei lavoratori  edili dicono basta e scendono  in piazza. Cgil, Cisl e Uil indicono  per lunedì 18 dicembre  uno sciopero nazionale, con manifestazioni  in sei città. Parole  d’ordine saranno: aumenti salariali,  lotta al lavoro nero, maggiore  sicurezza sul lavoro. Una delegazione  trentina sarà a Padova.  Fabrizio Bignotti (Filca-Cisl) descrive  il fallimento delle trattative:  «Dopo 18 mesi di tentativi, le  parti non hanno trovato un accordo  per l’opposizione dell’Associazione  costruttori e degli artigiani ». Sulla ritrovata unità sindacale,  Matteo Salvetti (FenealUil)  dice: «Rappresentiamo il  65% dei lavoratori, ma il lavoro  senza garanzie è frequente. Non  dimentichiamo poi i lavoratori   costretti ad aprire partita iva.  Con la crisi -prosegue Salvetti il  Trentino ha perso la metà degli  addetti del settore, per arrivare  fino agli attuali 6000. Non possiamo  permettere che mentre la  crisi si allenta si vada al ribasso  dei salari. I giovani si allontanano  dall’edilizia perché non attrattiva;  aziende e lavoratori vanno  in Alto Adige o all’estero».  Sandra Ferrari (Fillea-Cgil) elenca  i mali del settore: «Dal 2010 in  Italia gli investimenti delle  aziende sono calati del 35%, le  nuove costruzioni del 65: sono  migliaia di lavoratori persi e  aziende storiche chiuse. La gran  parte delle imprese non ha accesso  al credito, è diffuso il dumping,  per cui il lavoratore accetta  qualunque condizione pur di lavorare ». Ferrari individua soluzioni:  «Dobbiamo mirare al modello  delle imprese più avanzate,  in direzione delle nuove tec   nologie. Sarà l’occasione per riqualificare  i lavoratori. Il settore  riparte se l’ente pubblico investe  sugli interventi di messa in sicurezza  del territorio, ma anche  su alcune grandi opere come il  Tunnel del Brennero; occuperà  per 6 o 7 anni 2000 lavoratori».  Interpellate sull’impatto dei lavoratori  stranieri, le sigle danno  interpretazioni diverse. Salvetti:  «La Cassa edile del Trentino  ospita il 40% di stranieri: vuol dire  che una buona parte lavora in  maniera regolare. Tuttavia il problema  è anche culturale: in Albania,  ad esempio, non esiste il sindacato;  i lavoratori trattano a livello  individuale e questo li fren- de più fragili»; Bignotti: «Io al  contrario vedo che gli stranieri  sono spesso informati dei loro  diritti, mentre gli italiani accettano  tutto. Ci sono trentini che accettano  qualsiasi lavoro pur di  avvicinarsi alla pensione».

Scarica il pdf: Edilizia-ART151217