30 agosto 2016 – Corriere del Trentino

I chiari di luna che investono il mercato dell’idroelettrico preoccupano anche i sindacati. Il segretario generale della Uil, Walter Alotti, da tempo è critico con la gestione trentina e ora torna a chiedere di «fondere le società produttrici», «puntare ai multiservizi per recuperare ricavi» e «riaprire una discussione sui Bim per capire se siano lo strumento migliore».

«Qualche buona idea dalla  giunta l’abbiamo sentita — premette il sindacalista — ma il tema dell’energia alla fine non è stato affrontato da questo esecutivo, diciamoci la verità. Mi auguro che ciò verrà fatto in futuro». Il riferimento di Alotti va, in primis, all’alleanza con Verona. «Anni fa, si decise di fare entrare in Dolomiti Energia i privati. Noi come Uil fummo sempre contrari anche perché la loro presenza nella società è un elemento di rallentamento. Una delle prime operazioni che andrebbero fatte è quella di incorporare tutte le mini imprese che ancora producono energia in Trentino. Non lo si fa perché i soci privati non lo permettono».

Sarebbe solo il primo passo. «Se la vendita dell’energia prodotta dall’idroelettrico non garantirà, in futuro, gli stessi utili, si deve prima di tutto cercare di fare massa critica. Penso ad Alperia, in Alto Adige. Le due società insieme sarebbero un polo di livello europeo nella produzione di energia». Anche il segretario della Uil, però, crede nell’alleanza con Verona. «È un’operazione di cui si parla da tempo e che mi pare offrire prospettive interessanti in termini di multiutility. Se l’energia non tira come in passato, si tratta di ampliare la gamma dei servizi offerti».

Infine, Alotti non è convinto che il sistema dei Bim sia il migliore possibile. «Non è che metto in discussione il fatto che le municipalità interessate dallo sfruttamento idroelettrico debbano essere in qualche modo compensate, ma dobbiamo dirci francamente che oggi i soldi dei Bim servono a finanziare a pioggia anche la sagra della tosella. Siamo sicuri che, di questi tempi, ce lo possiamo ancora permettere?
Non si potrebbe semmai finanziare, per essere molto chiari, il lavoro? Io credo — conclude — che un ragionamento sui Bim vada fatto. Ad esempio per verificare se non si possono dare i soldi direttamente ai comuni, invece che passare da un altro ente che li raggruppa».

Scarica il pdf: Energia ART 30(8)16