16 giugno 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

«Famiglie, contributi per chi fa figli»

L’annuncio di Fugatti: «Sperimentazione per cinque anni». I sindacati: «Raccordo con lo Stato» Fiscalità agevolata per le imprese di valle. «Infrastrutture, un’opera da 60-80 milioni all’anno»

Lui stesso la definisce «la sfida principale dei territori di montagna». E subito aggiunge: «Ma non solo di quelli delle valli». Nel tendone allestito a fianco delle terme di Comano, nell’intervento conclusivo degli Stati generali della montagna, Maurizio Fugatti mette in fila le priorità emerse nei due giorni di dibattito. E tratteggia le linee sulle quali l’amministrazione provinciale proverà ad agire nei prossimi anni. Partendo, appunto, dalla scommessa considerata strategica: la natalità. «Vogliamo investire fortemente su questo punto» insiste il governatore. Che davanti a sindaci, categorie, rappresentanti del mondo sindacale e ambientalista fissa la prima mossa. A effetto. Nella prossima legge di assestamento, «che sarà approvata a breve», la giunta infatti inserirà una misura specifica per le famiglie che vogliono fare figli. «Facciamo una prova — annuncia il presidente — per cinque anni. Fai un figlio? Ricevi cento euro al mese. Ne fai due? Aggiungi 120 euro al mese. Ne fai tre nell’arco dei cinque anni? Più duecento euro». Una sperimentazione che varrà fino al terzo anno di vita del figlio. E che si aggiungerà all’«abbattimento delle rette degli asili nido».
Ma per riequilibrare il rapporto tra valli e città ed evitare lo spopolamento delle terre alte, Fugatti ha in serbo anche altri provvedimenti. Come l’intenzione di assegnare a costo zero gli alloggi Itea dei paesi di montagna, attualmente disabitati, alle «giovani coppie trentine» che si impegnano a trasferirsi lì. Incentivando anche la ristrutturazione degli immobili dei centri storici di periferia, affidandoli anche in questo a giovani coppie. O come il mantenimento delle piccole scuole di montagna, anche quelle con soli dieci alunni: «Se i genitori vogliono mandare i figli in queste stretture, gliele lasciamo» assicura il governatore, deciso a far passare anche un altro «messaggio culturale»: «Non è necessario che tutti facciano l’università. Magari con un percorso professionale si riesce a trovare lavoro prima».
Di più: se «fare artigianato, commercio e turismo» in periferia è diverso dal fondovalle, la giunta pensa a una «fiscalità di montagna», con l’introduzione di un coefficiente che tenga conto della localizzazione dell’azienda. E che agisca su Irap e Imis. Un «riequilibrio» del territorio che passa anche per il trasporto. Da quello digitale («Sulla fibra ottica dobbiamo accelerare») a quello pubblico. Con l’idea di investire «un paio di milioni all’anno» per migliorare il cadenzamento dei mezzi pubblici tra centro e periferia, aumentando i passeggeri giornalieri dai 35.000 attuali fino ai 45.50.000. E chiudendo il cerchio, nei trasferimenti tra paesini, con l’intervento del privato.
Non manca però il trasporto privato: il riequilibrio, in questo caso, è tra territori turistici, con l’investimento in infrastrutture nelle località che hanno bisogno di interventi «per essere competitive». «Il nostro obiettivo — è l’ulteriore passo — è di provare a realizzare ogni anno una grande opera, da 60-80 milioni». E se la «forza» della Cooperazione viene chiamata in causa per mantenere i piccoli negozi di paese, per far fronte all’invecchiamento della popolazione si guarda al co-housing. Scommettendo, sul fronte turistico, sulla filiera corta e sull’ambiente, «investendo in sicurezza».
Un disegno che comprende, necessariamente, i Comuni. E le difficoltà avanzate dai sindaci. «Il Comune deve continuare ad avere la propria vocazione territoriale» incalza il presidente. Che affronta il vero nodo: la carenza di personale. «Sarebbe demagogico dire che inizieremo ad assumere come un tempo». La strada, piuttosto, è quella della digitalizzazione e dell’informatizzazione. Utilizzando «le realtà provinciali che si occupano di questo» (leggi Informatica Trentina). «È una sfida, altrimenti tra cinque anni non si troverà più nemmeno chi vuole fare il sindaco nei piccoli comuni».
E a poche ore dal discorso di Comano, arrivano le prime reazioni. Che entrano subito nello specifico della misura più eclatante. Quella sulla natalità. «L’intervento — è la posizione di Cgil, Cisl e Uil — ha il merito di provare ad affrontare uno dei fenomeni più preoccupanti per la nostra società. In attesa di conoscere i dettagli, ricordiamo però la necessità di raccordare gli interventi provinciali con quelli statali, come già avvenuto con il reddito di cittadinanza. Il governo Lega-5Stelle ha recentemente promesso un analogo piano per la natalità a livello nazionale. Se gli interventi provinciali pagati con le tasse di trentini servissero a far risparmiare lo Stato sarebbe davvero una beffa». Le proposte dei sindacati sono altre: «In primo luogo, oltre a ridurre i costi, bisogna aumentare i posti negli asili nido». E poi, osservano, bisogna «sostenere le famiglie con figli allargando la platea di quelle che percepiscono oggi l’assegno unico».

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