18 dicembre 2016 – Corriere del Trentino

Focc, assemblea entro il 20 gennaio

Sinadi: fondo occupazione Rurali, il prepensionamento è volontario

TRENTO Entro il 20 gennaio sarà convocata l’assemblea dell’ente bilaterale Ebicre che gestirà il Focc, il fondo occupazione del credito cooperativo trentino che dovrebbe essere operativo nei primi mesi del 2017. Nei giorni scorsi, dopo l’ultima tornata di trattative, fra i sindacati hanno firmato Fabi e Sinadi (dirigenti), mentre non hanno aderito Cgil, Cisl e Uil. L’accordo è stato trovato venendo incontro alle richieste di Cassa centrale banca e di alcune altre Rurali trentine. Rispetto all’impianto approvato in via preliminare solo da Fabi e Federcoop, dopo due anni di funzionamento si farà un «tagliando» dello strumento — presumibilmente all’inizio dell’attività dei gruppi nazionali — e si deciderà se proseguire o meno. Inoltre, sottolinea il Sinadi, «non c’è più l’obbligo di andare in pre-pensionamento, lo si fa solo su base volontaria, diversamente si sarebbero potuti innescare problemi legali».

Per Fabi, il sindacato maggioritario nel credito coop trentino, emerge la soddisfazione per il lavoro svolto, «enorme, di grandissima valenza sociale e significato politico». Le proiezioni che si fanno ora — dopo che sono state definite le regole per la riforma di Bcc e Rurali e con molte fusioni avviate — parlano di una forbice fra 130 e 170 pensioni anticipate guardando alle sole Rurali, che salgono a un intervallo da 142 a 194 se si tiene conto degli enti centrali.

«Gli interventi a sostegno dei pre-pensionamenti — scrive Fabi — saranno assegnati alle Casse e alle aziende richiedenti nella misura del 30% del loro ammontare», lasciando discrezionalità al Fondo nel caso di altri interventi come part-time, solidarietà, formazione ecc.

Al posto della durata di 5 anni, che avrebbe potuto creare problemi (con quesiti del tipo: il gruppo di Ccb applicherebbe il Focc Trentino alle Bcc siciliane?) «si stabilisce che entro fine dicembre 2018 le parti sindacali e datoriali si ritrovino per un esame aggiornato dell’intera materia e qualora una di esse ritenesse a tale data che i compiti del Fondo siano stati tutti soddisfatti, potrà chiedere l’interruzione di nuove iniziative». Tradotto: se Ccb, che a quell’epoca avrà il comando, lo riterrà opportuno, potrà bloccarlo. «Assumendosene per intero la relativa responsabilità politica — aggiunge Fabi —. Fermo restando che noi e i lavoratori saremo liberi di assumere in quel caso ogni conseguente iniziativa e decisione».

Nell’assemblea dell’ente e nel comitato di gestione del Fondo, sindacati e parte datoriale metteranno «le migliori competenze e professionalità a disposizione, tecniche e politiche». Inoltre si ritiene «indispensabile che all’interno del comitato stesso siano rappresentate tutte le categorie professionali» sta scritto nell’accordo, passaggio grazie a cui Sinadi ritiene di poter inserire rappresentanti dei dirigenti. Per il resto viene confermato l’impianto oggetto del pre-accordo fra Fabi e Federcoop, per cui la contribuzione al Focc pesa per 1000 euro all’anno sui dipendenti, come sull’azienda. Fisac Cgil, First Cisl e Uilca chiedevano che la quota in carico ai dipendenti venisse abbassata a una cifra più o meno simbolica, ma Federcoop ha tenuto duro, anche per una questione di sostenibilità. Fabi sottolinea «l’assenza, in questo nostro lavoro degli ultimi due anni, delle altre organizzazioni sindacali confederali. Non è certamente per noi motivo di vanto, ma ribadiamo che in termini reali non ci è stata concessa altra possibilità». Infine è stato formato anche l’accordo per il premio di risultato, in media 1600 euro pro-capite per le banche in utile nel 2015.

Scarica il pdf: focc-art-181216