20 agosto 2017 – Trentino

«Infortuni sul lavoro, ora più controlli»

Cisl e Uil chiedono alla Provincia di aumentare l’attività di vigilanza degli ispettori dell’Unità di prevenzione

Più vigilanza sui luoghi di lavoro. Dopo la diffusione dei dati sugli infortuni, che nel primo quadrimestre del 2017 hanno fatto registrare un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i sindacati concordano nell’invocare un potenziamento dell’attività ispettiva nei cantieri e nei campi (l’agricoltura è fra i settori dove l’incremento è stato più sensibile).

Alla Provincia e all’assessore Luca Zeni, che non ha esitato a definire allarmanti i dati pubblicati ieri dal Trentino, i segretari generali di Cisl e Uil, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, indicano la strada da seguire e anche il mezzo da impiegare: il personale dell’Uopsal, l’Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, che è deputata alla sorveglianza e agli accertamenti sugli infortuni (anche a supporto della magistratura) oltre che alla diffusione della cultura della sicurezza nel lavoro.

«La ripresa economica porta con sè anche un maggior numero di infortuni e il loro aumento significa, d’altra parte, che i fatti vengono denunciati», premette Pomini. Che sull’allarme di Zeni è perentorio: «C’è la necessità di fare più controlli e di promuovere ancora di più la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro, attraverso il ricorso agli ispettori dell’Uopsal, il cui intervento costringe a stare più attenti da una parte i lavoratori stessi (i ritmi, con la ripresa, sono in ulteriore aumento) e dall’ altra gli imprenditori».

Il segretario della Cisl auspica che in settembre vi sia «una convocazione del Comitato per la prevenzione degli infortuni, retto proprio da Zeni».

I dati forniti dall’assessore parlano di un totale di 2.961 infortuni da gennaio ad aprile di quest’anno, il 10% in più appunto, ma anche nel 2016 sul 2015 c’era stato un incremento del 4%. A richiederli, in un’interrogazione, era stato il consigliere provinciale Claudio Civettini, al quale Milena Sega, referente della stessa Cisl nel Comitato per la prevenzione, ribatte comunque che «non sono così allarmistici come qualcuno superficialmente vorrebbe far credere: io li definirei in linea con l’andamento occupazionale. Va considerato che nel 2011 gli infortuni erano stati 17.522 e nel 2016 sono scesi a 8.754. Ma quello che conta, aldilà del numero complessivo, è capire il tipo e la gravità dell’incidente».

Invoca il pugno di ferro Walter Alotti che, appoggiando il disegno di legge parlamentare che mira ad introdurre nel nostro ordinamento il “reato di omicidio sul lavoro”, accusa: «Ancora in troppe aziende, in una struttura produttiva nazionale e locale fatta in gran parte di innumerevoli piccole aziende, si fa troppo affidamento alla fortuna, senza mettersi a norma e confidando che la stessa repressione sia circoscritta a conseguenze più che altro economiche od amministrative». A livello locale, come Pomini, il segretario della Uil chiede «un rafforzamento dell’organico dell’Uopsal ed una rivisitazione delle modalità di intervento e dei tempi oltre che della frequenza delle visite ispettive», mettendo gli ispettori in condizione di intervenire anche la notte e con maggior frequenza nei giorni festivi.

Va inoltre estesa ai comparti del terziario e dell’agricoltura sottolinea Alotti la figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, «già introdotta con positivi risultati nell’artigianato e nell’edilizia», che effettua monitoraggio e visite di prevenzione nelle aziende in ambito bilaterale (imprese e sindacati). In modo da promuovere, anche con azioni positive e non solo di controllo, la “cultura della sicurezza” sui luoghi di lavoro.

Scarica il pdf: infortuni ART 140817