2 marzo 2018 –  Corriere del Trentino

Laborfonds, Covip sospende lo statuto

Il testo recepisce la legge di Bilancio, che contiene strumenti per difendere i fondi locali Forno: «Confindustria e sindacati nazionali vedono la norma come un’invasione di campo»

 

L’accordo nazionale fra Confindustria e sindacati confederali effettivamente sta mettendo in difficoltà Laborfonds. La legge di Bilancio che tutela il fondo regionale è stata recepita dallo statuto del Fondo, statuto che doveva entrare in vigore ieri, ma la Covip (organismo di vigilanza) l’ha «sospeso», spiega la direttrice Ivonne Forno. Si tratta di un braccio di ferro che riguarda in primis il fondo territoriale «Solidarietà Veneto», ma la battaglia sta avendo effetti anche su Laborfonds. Il direttore Forno spiega: «Tutto parte dal comma 171 della legge di Bilancio, che ha parificato i fondi territoriali ai fondi nazionali». I lavoratori possono destinare il loro Tfr a un fondo nazionale o territoriale. Inoltre, alcuni contratti di lavoro nazionali prevedono contributi aggiuntivi. L’emendamento fatto passare dal senatore Patt Franco Panizza aveva fatto parificato i fondi territoriali — Laborfonds, il fondo veneto «Solidarietà Veneto » e quello della Valle d’Aosta «Fopadiva»—a quelli nazionali. Altrimenti in regione capitava questo: un lavoratore aderente a Laborfonds si trovava i contributi aggiuntivi versati in un fondo nazionale, essendo il regionale «discriminato». Per ora si tratta di pochi euro all’anno: il problema è la duplicazione di costi amministrativi. In prospettiva però i soldi che possono venire a mancare possono essere parecchi. Per questo il comma 171 in legge di Bilancio è stato giudicato «un risultato particolarmente importante » dal gruppo per le Autonomie, in primis dal presidente Karl Zeller. «Senza la norma — affermava Panizza — a lungo andare potrebbe venir meno la solidità della contribuzione a Laborfonds, con ripercussioni negative per le due province». «Questa norma è stata giudicata un’invasione di campo rispetto ai temi che solitamente sono pertinenza di datori di lavoro e sindacati—afferma Forno —. L’intervento del legislatore non è piaciuto ». Il malcontento è stato esplicitato dal documento Confindustria-sindacati che sarà ratificato il 9 marzo: «La contribuzione alla previdenza complementare è un tema da contratto nazionale, fra datori di lavoro e sindacati. È grave mettere in discussione questo principio». Non basta. «Laborfonds, per recepire quanto contenuto nel comma 171, deve adeguare lo statuto — prosegue la direttrice —. A fine gennaio in cda ha deliberato, prevedendo l’entrata in vigore in differita al primo marzo, per avere un mese di tempo necessario ad adeguarsi. Ieri (mercoledì 28, ndr) la Covip ci ha comunicato la necessità di tenere in sospeso il nuovo statuto, in attesa di loro istruzioni operative. È una partita delicata, spero che presto ci sia un chiarimento e credo che occorra per noi una salvaguardia di legge». Covip si trova da una parte a dover dare attuazione a una norma nazionale, già in Gazzetta, dall’altra avverte il pressing datoriale e sindacale nazionale, che potrebbe spostare l’interpretazione della norma tanto da vanificare la «protezione» per Laborfonds. Fra i motivi all’origine di questa tensione c’è il fatto che la norma, quando un lavoratore non metta il Tfr in un fondo, pone il contributo aggiuntivo sul fondo territoriale. «Tale versamento è effettuato nei confronti dei fondi pensione negoziali territoriali di riferimento, ove esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, anche in caso di lavoratori che non abbiano destinato il proprio trattamento di fine rapporto alla previdenza complementare » dice il comma 171 della legge di Bilancio. In questo modo i fondi nazionali si sono sentiti defraudati. Si tenga conto che Laborfonds ha una grande adesione, mentre «Solidarietà Veneto» è a un livello più basso. Laborfonds è espressione di datori di lavoro più Cgil, Cisl e Uil, mentre del Fondo veneto la Cgil locale non fa parte. A quanto pare, i sindacati nazionali a questo punto hanno più interesse a difendere i fondi nazionali, meno i fondi territoriali. La norma generale, non facendo distinzioni, mette Trentino Alto Adige, Veneto e Val d’Aosta nello stesso calderone. Per questo il segretario Cgil Trento, Franco Ianeselli, auspicava almeno una salvaguardia puntuale per Laborfonds. Nel 2017 il patrimonio complessivo del Fondo Laborfonds si avvicina ai 2,575 miliardi di euro, con di 117.386 aderenti, 1.400 in più rispetto alla fine del 2016. Tutte le Linee hanno superato, in termini di rendimenti, quelli dei rispettivi parametri di riferimento.

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