Liste d’attesa. La UIL chiede “l’arruolamento” di nuovi giovani medici e “l’allargamento” delle fasce orarie servizio pubblico.

 

La problematica delle liste d’attesa ritorna ciclicamente al “disonore” delle cronache, magari con l’aggiornamento, spesso purtroppo disarmante, di un peggioramento dei tempi di attesa. E’ quanto emerge dal loro aumento, nell’arco temporale di soli tre mesi, per più’ del 50 % delle prestazioni maggiormente prenotate, a stare ai dati forniti dallo stesso Dipartimento della Salute trentino. E se è vero che qualcuno, che può permetterselo, passa alla visita a pagamento per scegliere il professionista “di grido”, non si può negare che molti più cittadini, anche con sacrificio economico, a fronte di tempi dilatati, codici RAO non urgenti, ma preoccupati di conoscere a breve diagnosi della propria patologia o disturbo, anticipino, a pagamento, la visita specialistica o l’esame diagnostico.

La  UIL  ripropone quindi alla Giunta Provinciale quanto esimi osservatori hanno già proposto al Servizio sanitario nazionale (proposta rivoluzionaria a nostro modesto parere): stanziare congrue  risorse per assumere a tempo pieno  giovani laureati italiani  in medicina ed eliminare per loro la possibilità dell’«intramoenia» (la possibilità cioè per i medici ospedalieri di esercitare la professione nei locali pubblici), evitandone così, fra l’altro, la fuga verso l’estero, fenomeno in costante aumento. Una simile impostazione darebbe la possibilità di eliminare le liste d’attesa, allargando quantomeno — storica richiesta della Uil anche in Trentino — le fasce orarie di fruizione delle visite specialistiche e della diagnostica. Uno scenario che l’assessorato alla Salute del Trentino, a prescindere dal nome dell’assessore in carica, rifiuta da anni di sperimentare, anche solo parzialmente, aprendo magari i servizi al sabato o in orari serali.

Un provvedimento fuori dai canoni. Il cambio di registro operativo e di filosofia organizzativa che vorremmo e ci dovremmo aspettare in una Provincia autonoma. Il nostro territorio potrebbe gestire già una delega con buone risorse, ma ricorre purtroppo spesso a modalità gestionali dal minimo obiettivo della mera riduzione dei costi strutturali del sistema o «della produzione di risparmi per il servizio sanitario provinciale», come recita burocraticamente la relazione che accompagna la grigia delibera relativa alla «nuova macro organizzazione dell’Azienda sanitaria provinciale».

Occorrono quindi capacità di visione e strategie nuove, nella sanità come in tutti gli altri settori dell’amministrazione provinciale, utili a migliorare il servizio ai cittadini e a valorizzare veramente le nostre prerogative autonomistiche, per far sì che non siano bersaglio ma piuttosto esempio virtuoso di sviluppo e modello di governo da emulare, anche fuori dai nostri confini.

 

Trento, 24 Gennaio 2018

Walter Alotti

Il Segretario Generale UIL del Trentino

 

Scarica il pdf: Liste d’attesa-COM240118