Trento, 18 giugno 2019

 

Lo strano riposo dei conducenti di bisonti

 

Spesso ci capita di incrociare nelle nostre strade degli enormi e variopinti mezzi pesanti chiamati camion; di prassi, imprechiamo per la loro enorme stazza e la ridotta velocità che ci porta a dei inevitabili incolonnamenti.

Molte volte, abbiamo invocato santi e madonne da intercalarsi nei confronti dello sciagurato e scomodo conducente, reo di compiere il suo lavoro, dimenticandoci che sta lavorando per noi, perché grazie a quel malcapitato abbiamo tutti i giorni le provviste sugli scaffali oltre tutti gli oggetti che ci servono per la vita quotidiana.

Il problema sta nel fatto che ci ricordiamo di loro solamente in momenti drammatici o eventi particolarmente gravi; o magari additandoli tutti quanti solo perché un soggetto sbaglia e da bravi giustizialisti condanniamo tutta la categoria.

Forse ogni tanto dovremo ricordarci che fare il camionista è un lavoro duro e faticoso, il più delle volte la sera non rientra a casa dai suoi cari, per non parlare dello stipendio, che appena possono certi datori di lavoro come dei falchi spulciano più ore possibili vedi straordinarie non pagate o trasferte non riconosciute.

Non parliamo degli pseudo riposi che fanno, perché in questi periodi di estrema calura riposarsi all’interno dei camion per alcune ore diventa veramente difficile, molti autisti infatti viaggiano la notte e al raggiungimento delle ore previste di guida devono fare una sosta durante il giorno, con la cabina che diventa rovente, più che riposare è un calvario. L’aria condizionata non è possibile mantenerla accesa per due motivi primo un eccessivo consumo di carburante con conseguente violazione di normative aziendali e secondo per un aspetto ecologico l’ambiente infatti non ne gioverebbe.

In commercio esistono dei dispositivi innovativi che senza accendere il mezzo danno la possibilità di refrigerare il camion dando sollievo al conducente nelle sue ore di sosta; certo occorre fare un investimento per dotare i veicoli, ma almeno si darebbe un giusto riposo a chi si macina milioni di chilometri sulle strade per il nostro benessere.

Sempre meno lavoratori si affacciano al mondo del trasporto; una volta era un lavoro appetibile e dava parecchie soddisfazioni economiche e personali; ora coi tempi di consegna sempre più ristretti, le nuove normative nel codice della strada, i datori di lavoro sempre più esigenti, la concorrenza spietata e senza regole e per ultimo gli stipendi non sempre all’altezza dell’impegno, fanno sì che siano sempre più rare le persone che intendono effettuare questa professione. Si dovrebbe rivedere alcune regole e reinvestire su questo settore che è il cardine dell’economia nazionale.

Il segretario generale aggiunto Uiltrasporti

Cerbaro Franco

 

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