11 giugno 2017 – Corriere del Trentino

 Manovra, il diktat dei confederali «Aiuti in cambio di occupazione»

Pomini e Alotti: «Patto con le imprese». Ianeselli: politiche attive del lavoro

Agevolazioni e contributi solo a chi investe e crea occupazione, attenzione a consolidare il tessuto trentino delle piccole e piccolissime imprese in un mercato che non sia solo quello interno, mantenere l’equilibrio fra coesione sociale e crescita. In vista della manovra di assestamento del bilancio provinciale del luglio prossimo, i sindacati fanno sentire la loro voce. Condividono le priorità elencate dall’assessore Alessandro Olivi (Corriere del Trentino di giovedì) in tema di sostegno alle imprese e al welfare, ma le puntualizzazioni non mancano.

Concorda con l’iniziativa di correggere il meccanismo legato alle detrazioni Irpef per le famiglie con figli, adottato con la legge di stabilità dello scorso inverno, il segretario della Uil trentina: «Non era equo, perché venivano premiati in misura maggiore i nuclei a più elevato reddito» spiega Walter Alotti. Lorenzo Pomini (Cisl) attende l’entrata a regime dell’assegno unico al nucleo familiare, «ma l’assessore ci ascolta, è un dato importante». Gli aiuti alle famiglie sono vitali, secondo Pomini, «per fare in modo che le donne continuino a lavorare: con due redditi si gestisce meglio un eventuale licenziamento». Dagli asili nido al doposcuola ogni misura è apprezzabile, compresa l’ipotesi «che si cimentino in questo anche le aziende più strutturate, magari consorziandosi fra loro».

La Cgil per bocca del suo segretario Franco Ianeselli invoca «il mantenimento dell’equilibrio tra coesione sociale e crescita»: «Anche alla luce degli ultimi dati sull’occupazione, che evidenziano l’aumento degli inattivi — spiega — chiediamo si continui a investire sulle politiche attive del lavoro». Formazione dunque, riqualificazione e bilanci di competenze: «Necessari, in tempi di industria 4.0, per far sì che meno lavoratori vadano in difficoltà e le imprese possano stare bene sul mercato».

E in tema di imprese i sindacati sono d’accordo: sostegno sì, ma solo a chi investe e crea occupazione stabile. «Negli ultimi anni si è prodotta una gran mole di provvedimenti — osserva Alotti — soprattutto di natura fiscale a favore delle aziende, le cui ricadute non sono state nè monitorate nè spesso riconosciute dalle associazioni di categoria datoriali». Contributi selezionati e mirati, dunque, per la Uil, solo a chi effettivamente innova e investe. Dello stesso avviso Pomini: «Bisogna fare un patto con le imprese del territorio che continuano a ricevere aiuti, come quelle del settore turistico — commenta il segretario della Cisl — affinché restituiscano al territorio occupazione stabile». «Continuare a puntare su qualità e selettività negli investimenti» per Pomini è importante soprattutto alla luce del fatto che quella di luglio sarà la premessa all’ultima manovra della legislatura «ed è chiaro che chi è al governo abbia intenzione di chiudere bene e non mancheranno risorse e stimoli».

L’«assalto alla diligenza» è un rischio concreto nella fase finale di una legislatura, ma secondo Ianeselli «il dialogo e il rapporto serio tra parti sociali responsabili e una giunta responsabile lo può evitare. Non si tratta di dare risposte a tutti soggetti che avanzino richieste — conclude il segretario della Cgil — ma di tracciare vie di sviluppo».

Scarica il pdf: Occupazione ART 110617 (1)