4 gennaio 2017 – Trentino

L’INTERVISTA »SINDACATI – GLI AUSPICI PER L’ANNO NUOVO

«Il nodo degli stagionali che devono essere assunti»

Alotti e Largher della Uil chiedono che gli addetti ai lavori del turismo
si siedano al tavolo. Commercio, in primo piano il caso degli esuberi al Sait

 

Walter Alotti e Walter Largher, rispettivamente segretario generale Uil Trentino e segretario generale UilTucs Trentino Alto Adige, non hanno dubbi: il 2017 per la nostra provincia sarà un anno caldo e non solo per l’aumento globale delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici, ma anche per i temi di politica generale e sindacale che dovranno essere affrontati. Temi che per Alotti ruotano soprattutto attorno a due cardini fondamentali per la vita dei cittadini: la salute, con un riferimento particolare alla riforma organizzativa della sanità trentina che non può essere affrontata solo dagli addetti ai lavori, ma sulla quale occorre coinvolgere di più le parti sociali; il lavoro, una delle massime priorità.

Un’agenda sindacale 2017 quindi ben tracciata che comincerà da quali azioni?

«Innanzitutto dall’occupazione – ha spiegato Walter Alotti – per la quale seguiremo l’evoluzione del Fondo di solidarietà provinciale da poco varato e dal quale ci attendiamo delle novità, come la possibilità di accedere al fondo per le aziende con meno di cinque dipendenti che non possono usufruire della cassa integrazione. Ma sul tavolo c’è anche il tema della crisi della cooperazione trentina che pur costituendo una componente forte del nostro sistema economico, in questo momento presenta delle debolezze, sia nel comparto della cooperazione di consumo, con la vertenza Sait, sia in quello del credito. Inoltre sarebbe auspicabile il superamento della frammentarietà del fronte datoriale rispetto ad alcuni temi delle politiche provinciali, sui quali le controparti potrebbero essere solidali con noi».

Per esempio?

«I campi dell’energia o degli investimenti infrastrutturali sul territorio che la Provincia dovrà incentivare».

Quali sono le questioni sul tavolo del settore commercio?

«Oltre agli esuberi in Sait, per i quali si comincerà a entrare nel merito della trattativa dopo l’Epifania – ha evidenziato Walter Largher – sul tavolo ci sono due questioni: una normativa, che stiamo verificando, legata allo Statuto della costituenda società consortile tra i tre enti bilaterali (rispettivamente commercio, turismo e confesercenti) che dovrà prendere in carico la gestione di alcuni servizi come quello della formazione dei dipendenti; l’altra relativa all’imminente scadenza di numerosi contratti a tempo determinato che a Trento, a differenza di Bolzano, non si è voluta affrontare attraverso una contrattazione provinciale e che adesso porrà problemi a numerose aziende stagionali che operano soprattutto nelle aree turistiche».

Perché?

«Il contratto del commercio non prevede il lavoro stagionale, ma solo il tempo determinato per un massimo di 36 mesi, alla cui scadenza l’azienda deve assumere a tempo indeterminato o prendere un’altra persona. A Bolzano, grazie a una contrattazione provinciale, abbiamo trovato una soluzione, mentre a Trento la questione non si è voluta affrontare e adesso in prossimità delle scadenze di molti contratti a tempo determinato gli esercenti di attività stagionali dovranno decidere se lasciare a casa i propri collaboratori o assumerli a tempo indeterminato, con tutti i problemi di occupazione che si possono immaginare».

Perché a Trento, a differenza di Bolzano, non si è arrivati a una contrattazione provinciale?

«Perché per le controparti Bolzano ha un’economia che tira, mentre Trento si trova in una situazione differente. In realtà Bolzano ha sempre fatto ricorso a una contrattazione provinciale, anche nel turismo, mentre Trento non l’ha considerata neanche quando i tempi erano migliori. La contrattazione provinciale non deve essere intesa come un costo, legata solo alle richieste economiche, ma serve a dare anche qualità, attraverso la definizione di rapporti di lavoro. Il nostro appello è che ci si sieda attorno a un tavolo anche per trovare forme nuove per rilanciare il commercio e il turismo, per evitare di rimanere per sempre la cenerentola dell’Alto Adige, dove ci sono 4.000 alberghi a fronte dei 1.200 del Trentino».

Scarica il pdf: stagionali-art-040116