4 luglio 2017 – Trentino

Ripresa debole,

la cassa integrazione

rialza la testa

Nei primi cinque mesi del 2017 un calo netto rispetto al 2016 ma in maggio si è registrato un vero e proprio boom

La Cassa Integrazione nei primi cinque mesi del 2017 diminuisce in Trentino rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma rialza la testa in maggio. E’ questa la sintesi dei dati sulla cassa integrazione in Trentino diffusi dalla Uil. Il sindacato ha raccolto i dati di tutte le regioni e di tutte le province italiane e li ha elaborati. Per quanto riguarda il Trentino, il primo dato che salta all’occhio è quello relativo ai posti di lavoro teorici salvati dalla cassa integrazione. Per quanto riguarda il Trentino ad aprile 2017 la cassa integrazione ordinaria ha salvato 790 posti di lavoro, mentre quella straordinaria ha salvato 263 posti. A maggio la somma dei posti salvati supera i 1800. In altre parole, se non ci fosse stato questo ammortizzatore sociale, gli imprenditori avrebbero potuto rinunciare a così tante persone. Ovviamente, si tratta di un dato teorico, perché non è detto che si sarebbe arrivati lo stesso al licenziamento. Ma è comunque significativo.

Andando ad analizzare gli altri dati, si vede che nel mese di maggio 2017 ci sono state 154.987 ore di cassa integrazione ordinaria contro le 134.332 ore di aprile 2017. L’aumento, quindi, è stato sensibile. Ma quella che è letteralmente esplosa, è stata la cassa integrazione straordinaria. Infatti ad aprile c’erano state 44 mila ore di cassa straordinaria mentre a maggio sono state 163 mila. Ovvero un aumento del 400 per cento. er fare un confronto, a Bolzano in maggio le ore di cassa integrazione ordinaria sono state 220 mila mentre non ci sono state ore di cassa straordinaria.

Andando a guardare tutti i primi cinque mesi del 2017, si vede che in Trentino ci sono state 597 mila ore di cassa ordinaria e 748 mila ore di cassa straordinaria. Questo vuolo dire meno di un milione e 350 mila ore. Nello stesso periodo dell’anno scorso le ore di cassa integrazione in totale erano state un milione e 588 mila. Quindi, nonostante l’esplosione di maggio 2017, c’è ancora un significativo calo rispetto al 2016. Questo vuol dire che c’è una leggerissima ripresa. Anche se tutti gli indicatori invitano alla massima prudenza.

I prestiti alle imprese, infatti, non sono ripresi. Questo vuol dire che al momento le aziende cercano di andare avanti con quello che hanno, senza investire.

I settori che hanno fatto maggiore ricorso alla cassa integrazione sono stati quelli dell’industria e dell’edilizia.

In generale, il segretario confederale Guglielmo Loy segnala che l’occupazione è in lenta ripresa: «Dai dati Inps emerge quello che da tempo segnaliamo: una lenta ripresa occupazionale frutto però di profonde contraddizioni. Da una parte, i dati Inps sulle attivazioni dei rapporti di lavoro, segnalano la presenza di imprese “sane” che assumono, seppur con prudenza come dimostrato dalla sostanziale staticità degli avviamenti a tempo indeterminato e da una prevalenza dei contratti a termine che continuano a crescere dall’altra parte, se osserviamo i dati sulla cassa integrazione, sembra sia ancora in atto una selezione darwiniana delle imprese, con parte del sistema produttivo in difficoltà. A maggio, infatti, dopo mesi di calo, i dati sulla cassa integrazione registrano, rispetto ad aprile, una risalita della domanda di cassa integrazione straordinaria (+99,2%) e ordinaria (+45%) a cui andrebbero aggiunte le ore richieste al Fondo di Integrazione Salariale (16,3 mln) delle quali, ad oggi, ne sono state autorizzate solo il 44,7% anche a causa dei ritardi nella lavorazione delle pratiche, che superano i 200 giorni».

Scarica il pdf: Cassa Integrazione ART 040717