07 novembre 2018 – Trentino

 Ritorno del sovrintendente: il mondo della scuola si divide

Di Fiore della Uil invece applaude alla proposta: «Sarebbe un’ottima idea»

Il mondo della scuola si divide davanti all’intenzione del nuovo presidente della Provincia Maurizio Fugatti di reintrodurre la figura del Sovrintendente scolastico. C’è chi pensa che questa proposta non abbia senso, dal momento che con la riforma della Scuola i dirigenti scolastici hanno competenze molto più vaste di un tempo, e chi, invece, ritiene che il ritorno al Sovrintendente sarebbe molto utile proprio per preservare l’autonomia dei dirigenti rispetto alle richieste della politica. Alessandra Pasini, che è stata a lungo la presidente dell’Associazione presidi del Trentino, vede la novità come il fumo negli occhi, e soprattutto si chiede se sottintenda l’ideazione di un nuovo modello di scuola oppure se sia solo una novità nominale: «Io sono molto scettica. Se il Sovrintendente dovrà avere lo stesso ruolo di un tempo non avrebbe molto senso. Un tempo il Sovrintendente si occupava della parte organizzativa, mentre i vecchi presidi avevano competenze esclusivamente didattiche.Ma adesso, dopo il decreto 165, non è più così. Ora c’è l’autonomia scolastica e i dirigenti non hanno le stesse competenze dei vecchi presidi. Anzi, si occupano di tutti gli aspetti organizzativi e amministrativi che riguardano la scuola. Il dirigente gestisce la situazione e non si occupa solo di didattica. Deve fare in modo che la scuola funzioni sotto tutti gli aspetti. Poi, basta vedere che ormai il Sovrintendente esiste solo a Bolzano, mentre nelle altre regioni c’è l’ufficio scolastico regionale. Noi abbiamo il dirigente generale del Dipartimento della conoscenza. Adesso, sarebbe interessante capire se il ritorno al Sovrintendente ha lo scopo di introdurre un nuovo modello scolastico, un ritorno al modello con i vecchi presidi e una riduzione dell’autonomia scolastica oppure se si tratta solo di un cambio nominale. Quello con il Provveditorato agli studi e i presidi è un vecchio modello di scuola, più dirigistica e piramidale di adesso. Ora, invece, il dirigente sceglie e decide in prima persona. In questo modello c’è bisogno di un dirigente provinciale competente e capace».
Di parere opposto Pietro Di Fiore, della Uil scuola: «Per noi è un’ottima idea. Quella per la reintroduzione del Sovrintendente è una battaglia che portiamo avanti da più di dieci anni. Era una proposta del mio predecessore, il compianto professor Bonmassar. Noi siamo partiti dall’osservazione di quello che accade. Adesso non c’è filtro tra la politica e il singolo dirigente scolastico. Il Sovrintendente, anche se di nomina politica, sarebbe un filtro tra politica e dirigenti. Adesso, invece, accade che l’assessore può chiamare direttamente un dirigente. La politica in questo modo conta troppo. Invece se ci fosse un Sovrintendente autonomo e forte potrebbe fare da filtro e tutelare i dirigenti di fronte a richieste insistenti. Per questo i dirigenti che aderiscono al nostro sindacato auspicano il ritorno a questa figura».

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