08 settembre 2018 – Corriere del Trentino

Scuola, vacanze agli sgoccioli per 70.949 studenti trentini
Mercoledì si ricomincia: calano gli stranieri. I docenti di ruolo sono 6.417

Driiin! Forse non troveranno gli stessi insegnanti, gli stessi compagni, le stesse aule, magari nemmeno lo stesso edificio, ma una campanella sarà sempre lì ad attenderli e a scandire le loro mattinate per nove mesi.
Mercoledì prossimo in provincia di Trento ricomincia la scuola per 70.949 studenti del primo e del secondo ciclo di istruzione (scuola primaria, medie, superiori); tra questi gli studenti stranieri sono 10.160 (un calo dell’1%). Gli studenti certificati ai sensi della legge 104 sono 2.511 (un dato in leggera crescita ma comunque stabile nell’ultimo biennio), mentre quelli con disturbi specifici dell’apprendimento 3.500. Per accogliere tutti questi alunni saranno pronti dietro la cattedra migliaia di docenti, di cui 6.417 di ruolo, un numero che secondo Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento della conoscenza, è frutto del «grande sforzo operato in questa legislatura, attraverso vari concorsi e 5.000 assunzioni». Per Ferrario sono tre i temi forti su cui la scuola trentina dovrà puntare: «L’inclusione, tramite ampie politiche integrate e strutturate, per affrontare i vari problemi sanitari e sociali che affliggono molti ragazzi; l’anno scorso per il sostegno sono stati investiti 11 milioni. Poi l’orientamento, inteso come processo costante nell’intero percorso degli studenti, che permetta loro di capire i propri talenti e la propria vocazione, attraverso vari metodi, strumenti e collaborazioni. Infine l’innovazione e la sperimentazione didattica, tema che ha sempre caratterizzato la scuola trentina e sul quale è necessario continuare a investire, prendendo coscienza dell’innovazione tecnologica».
Quanto all’alternanza scuola-lavoro «è necessario far diventare anch’essa una politica strutturale, creando rapporti tra scuole, imprese, aziende e università, per realizzare percorsi propedeutici al futuro ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro» spiega Ferrario, che anche sul trilinguismo non ha dubbi: «È un elemento necessario nel nostro sistema scolastico, di cui abbiamo avuto ritorni positivi sia dai dati Invalsi che da rilevazioni specifiche e che non ha penalizzato nessun’altra competenza».
Anche Paolo Pendenza, dirigente dell’istituto di istruzione superiore Degasperi di Borgo e presidente della sezione trentina dell’Associazione nazionale presidi, vede nell’alternanza scuola-lavoro e nel trilinguismo progetti su cui continuare a puntare ma ritiene anche che l’ambito su cui investire maggiormente debba essere quello dell’innovazione didattica: «È necessario — spiega — che gli studenti siano sempre di più attivi nel processo di apprendimento, che elaborino la conoscenza, superando l’unicità della didattica frontale. L’obiettivo da raggiungere, tramite uno sforzo collettivo di tutti gli attori del sistema scolastico, è l’acquisizione delle competenze trasversali, le cosiddette life skills».
Anche i sindacati si preparano al nuovo anno scolastico: per Pietro Di Fiore, segretario Uil scuola, i punti da affrontare riguarderanno i precari e le stabilizzazioni, i rinnovi contrattuali del personale Ata e dei dirigenti scolastici e il diritto di mobilità per questi ultimi. «Inoltre — spiega — affronteremo una questione grave, che abbiamo già sottoposto al presidente Rossi, alla dirigente Ferrario e a Bolego (Apran), ossia il rischio di una lettura strumentale dell’accordo contrattuale siglato in maggio per il monte ore. Dal primo gennaio 2019 comunque si ripartirà per discutere del nuovo contratto provinciale. Intanto sarà necessario rivedere sia il piano Trentino Trilingue che l’alternanza scuola-lavoro; se su alcune cose si è lavorato bene è comunque necessario cambiare verso. Per questo abbiamo intenzione di sottoporre alcuni punti ai candidati presidente per le prossime elezioni, affinché si esprimano su di essi sottoponendoci le loro idee in merito».

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