29 novembre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino

I sindacati bacchettano Fugatti: «Dimenticato il tema del lavoro».

“Il governo del cambiamento parte senza un’idea forte di sviluppo. Nella relazione del presidente Fugatti non c’è una visione che indichi con chiarezza su cosa puntare per sostenere la crescita del nostro territorio, per attrezzare la nostra economia e la nostra società di fronte al forte cambiamento che è in atto. E soprattutto non si parla di lavoro: fatta eccezione per qualche breve accenno il mondo del lavoro è cancellato insieme alle difficoltà, alle fatiche e alle responsabilità di cui i lavoratori si sono fatti carico in questi anni di crisi e di cui ancora molti pagano le conseguenze in termini di precarietà”. Cgil Cisl Uil del Trentino non nascondono le loro perplessità sulle linee programmatiche che ieri il governatore ha illustrato all’Aula. “Al di là degli investimenti in infrastrutture a cui si dedica un ampio spazio, al di là degli interventi su snellimento amministrativo e sburocratizzazione, che faranno contenti molti imprenditori, poco o nulla si dice di come fare crescere innovazione e competitività – dicono i tre segretari provinciali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. La sfida dal nostro punto di vista si gioca sul terreno della qualità, dei prodotti e dei servizi, e sicuramente del lavoro. È solo puntando su uno sviluppo di qualità, che valorizzi il Trentino come sistema, che si possono gestire le trasformazioni e su può trovare un equilibrio tra crescita e coesione sociale, tra centro e periferia”.
Una strada che per i sindacati, difficilmente può essere percorsa in solitaria, tralasciando quel dialogo costruttivo tra Provincia e parti sociali che negli ultimi trent’anni ha contribuito a meglio indirizzare le strategie di sviluppo del nostro territorio.
Anche i passaggi sulla formazione appaiono deboli alla lettura delle tre confederazioni. “Ben venga la volontà di rafforzare la formazione professionale con il sistema duale per favorire l’incontro con il mondo del lavoro. È però una visione troppo riduttiva che lascia fuori l’alta formazione, che non fa cenno alla formazione continua e alla riqualificazione professionale. Non si può pensare di piegare il sistema della conoscenza alle solo esigenze del sistema produttivo di adesso. Sarebbe miope e dannoso”.

Scarica il pdf: Fugatti ART 281118