14 marzo 2019 – Trentino

Studenti in marcia per il clima.

I ragazzi trentini in prima linea. Sono attesi duemila giovani, domani mattina a Trento, allo sciopero globale per il futuro del pianeta Con loro una delegazione dei sindacati e delle Comunità di accoglienza: «La chiusura dei porti non ferma chi fugge da ambienti invivibili»

“La Terra ha la febbre e la fa salire anche a noi” afferma con un titolo felice un dossier sulla medicina uscito nei giorni scorsi. Quella Terra che è patrimonio soprattutto dei giovani, perché il futuro appartiene a loro. Anche ai ragazzi trentini che hanno aderito con decisione al Global Strike for Future, lo sciopero globale per il futuro indetto per domani in oltre 1000 città sparse in più di 150 paesi diversi, delle quali 100 italiane. Con gli studenti scenderanno in pazza anche sindacati e associazioni attenti alle politiche ambientali.
L’appuntamento è fissato per le 9 in via Verdi
Il corteo si snoderà per le vie di Trento per concludersi alle 12 in piazza Duomo. È prevista una larghissima partecipazione, da parte di moltissime scuole del Trentino: prudentemente gli organizzatori parlano di 2000 studenti, ma dalla sensazione raccolta in molti istituti saranno molti di più.
Tutti con Greta
L’iniziativa è nata da una coraggiosa ragazzina di 16 anni svedese, Greta Thunberg, che ogni venerdì “sciopera” rinunciando ad andare a scuola per manifestare davanti al Parlamento del suo Paese. Invitata al vertice sul clima di dicembre a Katovice, ha fatto uno dei pochi interventi che ne hanno salvato la faccia; successivamente ha parlato a Davos al vertice dei grandi della Terra, a Bruxelles, davanti al comitato economico e sociale europeo. In tutti gli interventi Greta, ha attaccato con uno slogan ad effetto: “Dite che amate i vostri figli più di ogni cosa e rubate loro il futuro”. Uno slogan molto puntuale e di chiara denuncia. Oggi non si può certo dire che la realtà non si conosce, tutti sanno che per evitare che la situazione arrivi ad un livello di non ritorno è necessario dimezzare le emissioni globali di Co2 entro il 2030, per azzerarle entro il 2050.
Mobilitazione dal basso
Ma la grande novità di questa grande mobilitazione è quella che è gestita dal basso, dai giovani, senza nessuna etichetta politica, mossi dalla sola convinzione che è indispensabile muoversi prima che sia troppo tardi per salvare il loro futuro. C’è una duplice lezione da trarre: l’impegno dei giovani, che sono spesso scarsamente considerati, e il fatto che finalmente in ogni angolo del pianeta ci si sia resi conto che non c’è più tempo da perdere se vogliamo dare un futuro ai nostri figli e nipoti.
Il comitato trentino
A livello locale «è nato meno di un mese fa un comitato organizzatore poche persone all’inizio, più di 80 quelle attuali che vede nel 15 marzo il trampolino di lancio di un movimento che punta al coinvolgimento delle istituzioni ad ogni livello», afferma Valentina Angeli, studentessa universitaria e referente del gruppo per i media. «Il nostro obiettivo è quel-
lo di proseguire nell’elaborazione di nostre proposte concrete avvalendoci anche di esperti, da sottoporre al potere locale, ma poi via via a livelli superiori, visto che ci siamo resi conto che il problema ha dimensioni globali».
Sindacati e comunità di accoglienza
All’evento ci sarà anche una delegazione di Cgil Cisl Uil del Trentino. «I sindacati condividono le ragioni della mobilitazione scrivono in una nota e l’impegno dei giovani». Intanto «il sindacato europeo ha lanciato la piattaforma Just Transition che promuove una transizione verso forme e sistemi di produzione rispettosi dell’ambiente. L’intento è quello di ridurre fino ad eliminare le produzioni che hanno un impatto distruttivo, tutelando però i lavoratori e le lavoratrici».
Sarà presente anche il Coordinamento delle comunità di accoglienza del Trentino Alto Adige (Cnca) «perché il futuro prossimo, la qualità della nostra vita, delle relazioni sociali, dell’economia, della sicurezza hanno una stretta relazione con le vicende climatiche», dice il presidente Caudio Bassetti. «Non saranno i muri, i fili spinati e la chiusura dei porti a fermare chi fugge da ambienti ormai invivibili. La lotta per un cambiamento di rotta nei consumi e nelle politiche di sviluppo è indispensabile a livello planetario».

Scarica il pdf: Clima ART 140319