22 luglio 2017 – Trentino

la polemica

Studi all’università, Ferrari difende i piani di accumulo

«Una misura per ricchi», è stata la bocciatura del segretario della Uil Walter Alotti, «sarebbero meglio borse di studio basate sul merito e sull’Icef». Ma l’assessora provinciale Sara Ferrari difende invece i «piani di accumulo», la misura introdotta dalla Provincia per sostenere gli studi all’Università dei ragazzi trentini, in una fase in cui si è assistito ad una flessione. «Se negli anni delle scuole superiori la famiglia metterà da parte 50-100 euro al mese per gli studi futuri dei figli, al momento dell’iscrizione agli studi post-diploma la Provincia premierà questo sforzo aggiungendo al patrimonio accumulato una dote uguale o superiore a quanto accantonato», spiega l’assessora. «Al di là dell’importante beneficio economico, questa misura ha anche un valenza “indiretta” altrettanto importante, quella di essere un forte stimolo ad investire nel capitale umano delle giovani generazioni, per “abituare” alla consapevolezza che la formazione rappresenta una delle componenti chiave per una comunità che vuole scommettere sul proprio futuro». Ferrari ricorda che dal prossimo anno accademico «Gli importi delle borse di studio (erogati anche a chi è iscritto ad altri atenei e pur risultando idoneo non riceve la borsa cui avrebbe diritto) arriveranno – a fronte di un finanziamento aggiuntivo deciso dalla giunta – ad essere raddoppiate rispetto a quando avveniva con l’Icef». «La Provincia ha inoltre predisposto un aiuto anche per le famiglie della “classe media” trentina che per reddito non hanno diritto alla borsa di studio. Questo strumento, che non può essere comparato a una borsa di studio perché non appartiene alle misure del diritto allo studio, sarà erogato agli studenti trentini con una condizione economica Isee compresa tra 21.501 e 29.000 euro».

Scarica il pdf: università ART 220717