12 marzo 2018 –  Trentino

«Sui principi di uguaglianza non si deroga»

La Uil, alla quale l’autista è iscritto, ribadisce i valori costituzionali. La Cgil critica il silenzio dei partiti

In attesa che il procedimento disciplinare e l’esposto in procura facciano il loro corso nei confronti dell’autista che ha lasciato a piedi i profughi, le reazioni continuano. È la Uil del Trentino, a tornare sulla vicenda attraverso una nota del segretario Walter Alotti, il quale «auspica che gli approfondimenti tecnici e le eventuali possibili code legali del caso, facciano emergere la correttezza dell’agire del lavoratore, iscritto alla Uiltrasporti, e la limpidezza e coerenza aziendale nell’applicazione dei regolamenti e delle procedure disciplinari ». Aggiunge Alotti: «Nel supportare ogni lavoratore nella tutela dei propri diritti, diritto costituzionalmente inviolabile, la Uil ribadisce inoltre i propri valori fondanti di uguaglianza, giustizia e libertà, senza alcuna discriminazione, così come espressi dalla Costituzione Italiana, in cui tutti i propri aderenti si devono riconoscere». Più netta la presa di posizione di Franco Ianeselli, segretario della Cgil: «Se la vicenda fosse confermata così com’è stata raccontata sul Trentino, bisogna dire con nettezza che il comportamento dell’autista è inaccettabile. Stiamo parlando di un pubblico servizio che richiede professionalità. Oggi è un autobus che non fa salire i migranti. E domani che succede? Che un infermiere, un medico o un insegnante decidono loro se curare o insegnare agli stranieri?». Interrogativi legittimi, visto il clima che si respira. Ianeselli ammette che gli autisti vivano con disagio il lavoro «ma questo non significa arretrare sui principi di civiltà. Mi preoccupano le ambiguità di alcuni sindacati e il silenzio dei partiti. Sappiamo, anche noi in Cgil, che prendere posizione su questi temi significa inimicarsi persone anche a noi vicine, perché si va contro umori che esistono nella nostra comunità. Ma la risposta non può essere il silenzio. La risposta è ascoltare il disagio e anche le paure, ma ribadire quelli che consideriamo principi invalicabili».

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