Il T, Corriere del Trentino – Giovedì 23 Ottobre 2025

«Servono interventi straordinari per rilanciare il settore»

 

L’appello di Lorenzo Delladio ad un nuovo piano industriale è stato accolto positivamente dai sindacati trentini

«Al Trentino oggi serve concertare un piano di interventi straordinari, con politiche selettive che puntino alla crescita dimensionale, all’innovazione e all’internazionalizzazione del sistema produttivo locale — hanno detto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher —. Serve rilanciare l’industria trentina per garantire salari più alti, per qualificare le opportunità di lavoro per i giovani e per sostenere l’attrattività del nostro territorio anche verso le persone che da altri Paesi scelgono il Trentino per vivere e lavorare».

Per i rappresentanti dei lavoratori, l’unico modo per far sì che la crescita economica non si fermi a numeri inferiori all’1% — come accaduto nel 2023 e nel 2024 — è quello di non dimenticare il sistema manifatturiero e il terziario avanzato che garantiscono alti livelli di produttività e competitività. Non a caso l’industria è il primo settore per spese in innovazione.

«Come organizzazioni sindacali continuiamo ad operare in questa direzione e lo abbiamo dimostrato contribuendo alla stesura del patto per la crescita delle imprese e per le politiche salariali firmato quest’estate. Confidiamo che le previsioni di quel patto vengano attuate con velocità e determinazione», spiegano i sindacati.

Ma un passaggio della relazione del presidente non è stato gradito dalle tre sigle: quello relativo alla contrattazione territoriale. Delladio ha spiegato che questo tipo di contratti non servono visto che quelli nazionali o aziendali sono già buoni. Ma i sindacati non demordono e sperano di poter far cambiare idea al numero uno degli industriali: «Crediamo che in alcuni settori accanto al livello aziendale si debba esplorare anche la strada dei contratti territoriali, soprattutto negli ambiti degli appalti di servizi o nei regimi convenzionali come quelli rappresentati dalla sanità privata. Non ci nascondiamo che su questo tema abbiamo idee diverse rispetto a Confindustria — hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil —. Nelle prossime settimane avvieremo comunque un confronto con gli industriali e confidiamo di poter convincere i vertici di Palazzo Stella sull’opportunità di aprire anche in Trentino a nuovi contratti integrativi provinciali».

Dopo l’intervento di Delladio si è svolta una tavola rotonda tra Franco Bernabè, presidente del Cda dell’UniTrento ed ex manager di Eni e Telecom, Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria, e Alessandra Proto, direttrice del centro Ocse di Trento per lo sviluppo locale. La discussione è partita dal tema della produttività, dove il Trentino è rimasto indietro rispetto alle altre regioni avanzate d’Europa. Per affrontare le sfide del futuro bisognerà, secondo l’economista, attrarre nuovi lavoratori e, soprattutto, puntare sulla formazione per fermare la fuga dei cervelli.

Subito dopo ci si è spostati sui temi internazionali: dazi ed Europa. Secondo Bernabè, le misure decise dal presidente Usa Donald Trump non sono state così drammatiche come si credeva, il tutto perché le imprese hanno reagito diversificando. Il vero problema sarà l’enorme crescita dei disavanzi pubblici.

Pan si è concentrato sulle sfide dell’Europa e l’ha fatto mediante una similitudine sportiva: «Le imprese sono come degli atleti che vogliono competere. Se fossimo uniti nel medagliere saremmo davanti agli Usa e alla Cina perché abbiamo un potenziale inespresso che non vediamo». Secondo il vicepresidente, l’Europa deve rimettere al centro l’industria, varando leggi che siano collegate alla realtà, tornando a innovare ed essere autonomi sia sulla difesa che sulle tecnologie. Infine, Pan ha espresso un apprezzamento per le affermazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dove ha dichiarato di voler mettere al centro l’industria nella prossima legge di bilancio.

 

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