Il T – Mercoledì 29 Ottobre 2025
«Non ci sarà effetto deterrenza»
Acli e sindacati contro i tagli all’accoglienza: «Così aumenterà l’insicurezza»
TRENTO La notizia è passata in sordina nei giorni scorsi, quando il testo della riorganizzazione dell’organigramma della struttura provinciale è passato in commissione. La maggioranza aveva dato l’ok, Francesco Valduga si era astenuto, mentre Paolo Zanella e Francesca Parolari del Pd avevano votato contro. Soprattutto per quel passaggio inerente l’immigrazione, che passa dal Dipartimento Salute e politiche sociali al Dipartimento Organizzazione, personale e innovazione. «Questo spostamento, del Cinformi e di tutta la gestione delle politiche migratorie dalle Politiche sociali all’Organizzazione — afferma indignato Zanella — ci dà la misura dell’assoluto disinteresse di questa giunta su un tema così cruciale come quello migratorio, che si incrocia con il tema demografico, economico e del lavoro. Tra l’altro — continua — con un grande tasso di ipocrisia, visto che di tutte le persone straniere messe ai margini perché lasciate fuori accoglienza se ne continuerà a fare comunque carico il Dipartimento politiche sociali con risorse a carico della Provincia». Ma la decisione è stata presa, deliberata venerdì scorso dalla giunta provinciale. «Con riferimento al Dipartimento salute e politiche sociali — si legge nel testo — sono espunte le materie di assistenza e previdenza pubblica e di immigrazione straniera extracomunitaria». E poi, rispetto al Dipartimento Organizzazione, personale e innovazione: «Tenuto conto della necessità di stabilire un coordinamento trasversale della competenza in materia di immigrazione (lavoro, sociale, sicurezza, sanità, scuola) si trasferisce tale competenza a questo Dipartimento». Il nuovo Ufficio si chiamerà, quindi, «Ufficio immigrazione e emarginazione». E il suo direttore sarà il dirigente generale Luca Comper.
Sempre in tema di immigrazione, da segnalare la risposta della giunta all’interrogazione di Lucia Coppola (Avs). In Trentino al 30 settembre scorso erano presenti 73 minori stranieri non accompagnati, 56 maschi e 17 femmine. Al 30 giugno, tre mesi prima, erano 69. A settembre ne sono entrati 9 ma 10 sono usciti da tutta la regione. I principali Paesi di provenienza sono Ucraina (24 minori), Marocco (12), Albania (7), Egitto, Pakistan e Tunisia 5 ciascuno. Nella risposta alla consigliera, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti garantiva che i minori stranieri non accompagnati sono tutti collocati in strutture autorizzate e accreditate, hanno un progetto sociale di accoglienza individualizzato e seguono corsi scolastici e di avviamento al lavoro. Cosa invece a cui non possono accedere gli adulti stranieri richiedenti asilo, che dopo l’accordo sul nuovo Cpr tra Roma e Trento diminuiranno della metà. Il governatore Fugatti sostiene infatti che una «minore offerta» possa determinare una «minore domanda». Ma su questo intervengono il presidente di Acli Trentino Walter Nicoletti e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher. «Non ci sarà quindi nessun effetto deterrenza perché in futuro il nostro mercato del lavoro sarà comunque molto attrattivo per i migranti richiedendo sempre di più manodopera che non si troverà certo in una popolazione residente sempre più anziana. L’unico effetto certo sarà allora l’aumento dell’insicurezza dei cittadini provocata dal fatto che molti di questi migranti, pur lavorando, saranno costretti a soluzioni abitative emergenziali o addirittura a vivere in strada. In più la scelta di ridurre il già ristretto perimetro del sistema di accoglienza favorirà fatalmente l’aumento dell’illegalità e dell’irregolarità rendendo più ricattabile e debole la manodopera straniera occupata spesso in lavori stagionali e instabili e impedendo una concreta integrazione fondata su una visione lungimirante che promuova il rispetto dei diritti fondamentali che una terra come il Trentino deve saper garantire a tutti, a prescindere dal colore della pelle e della lingua parlata».
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