Dimissioni direttore Benetollo, dichiarazioni Cgil Cisl e UIL

 

 

Le dimissioni del direttore generale dell’Azienda sanitaria fanno emergere le difficoltà del Governo provinciale nel gestire in trasparenza e nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni, il rapporto tra Piazza Dante e via Degasperi e la complessa macchina della sanità trentina. Non si tratta quindi di un problema contingente ma rischia di essere strutturale. Un problema per il quale la drammatica vicenda della dottoressa Pedri ha fatto solo da detonatore.
Lo diciamo quindi fin da subito. Nessuno in Provincia può usare le questioni emerse nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara come giustificazione delle dimissioni di Benetollo e di quello che sta accadendo ormai da mesi in Azienda Sanitaria. Se così fosse si farebbe torto in primo luogo al dramma vissuto della famiglia Pedri e si rischierebbe di non dare il giusto tempo e spazio all’accertamento dei fatti, per puntare invece tutto su un assolutorio processo sommario e sull’individuazione di un capro espiatorio. Questo non sarebbe accettabile, né utile a nessuno.
Il tema semmai è quello di una Giunta attenta più agli effetti mediatici e al consenso che alla gestione efficace delle grandi scelte strategiche come alla soluzione delle crisi e dei problemi più puntuali, anche in sanità.
Avevamo salutato la scelta di Benetollo ai vertici della Apss come l’opportunità di continuare la tradizione di competenza e professionalità alla guida della sanità trentina che aveva contraddistinto anche le passate amministrazioni. Non è un caso se oggi Luciano Flor sia direttore generale della sanità della Regione Veneto e Paolo Bordon direttore generale della Ausl di Bologna. Lo diciamo con la consapevolezza di non aver ricevuto sempre risposta alle nostre istanze e senza aver mai fatto sconti a nessuno.
Oggi però vanno ripristinate la condizioni minime di autonomia e di rispetto delle prerogative dell’Azienda la cui assenza ha sicuramente pesato nelle dimissioni dell’attuale direttore generale che forse, con uno sforzo in più da parte della Giunta, potrebbero ancora rientrare.
Altrimenti, senza garanzia di autonomia e senza il ripristino di corretti rapporti tra Assessorato e Azienda, sarà difficile non solo trovare eventualmente un nuovo direttore generale con competenza, professionalità ed esperienza in grado di gestire le sfide e le trasformazioni in atto, ma anche solo attrarre i professionisti sanitari indispensabili a garantire ai trentini la qualità della sanità di cui hanno goduto fino ad oggi. A meno che non si pensi davvero di risolvere tutto – lo diciamo ironicamente – con uno skipass in regalo.

10 luglio 2021