l’Adige – Giovedì 30 Ottobre 2025

Il lavoro è sempre più straniero

 

Il 32,1% dei nuovi occupati viene dall’estero, tanti gli over 50. Cgil, Cisl e Uil: «Servono scelte coraggiose per integrazione e formazione»

TRENTO Il lavoro in Trentino è sempre più straniero ma spesso, a discapito delle competenze e delle speranze dei soggetti in ingresso, poco qualificato e soggetto a mobilità. Questo lo scenario emerso ieri dal convegno «Lavoratori stranieri e mercato del lavoro: sfide, strategie e prospettive future» promosso dall’Agenzia del Lavoro di Trento in collaborazione con la Trentino School of Management. Scopo dell’incontro era indagare il mutamento del mercato del lavoro trentino (e più in generale italiano) per comprendere il fabbisogno di competenze e professionalità non reperibili sul territorio e le procedure che regolano l’ingresso dei lavoratori stranieri.
Nel 2024 i lavoratori stranieri rappresentano il 32,1% dei nuovi occupati. L’incidenza complessiva di questi sale quindi dal 16,5% al 16,8% dell’occupazione totale. A trainare la crescita degli stranieri (+5,2% nel 2024) sono soprattutto gli extracomunitari, che vedono un aumento del 7,1%. Complessivamente gli extracomunitari contano un passaggio dall’11,6% al 12%, mentre i comunitari scendono dal 4,9% al 4,8%.
Relativamente alla mansione svolta, il 63,3% dei nuovi stranieri in Trentino è impiegato in agricoltura, il 24,6% nel terziario e il 33,1% nell’industria. La vera differenza tra lavoro italiano e straniero emerge però nelle tipologie professionali: oltre 6 su 10 svolgono lavori cosiddetti low skill, scarsamente o non qualificati, e tra gli extracomunitari la percentuale arriva al 65,4%. «Si tratta del fenomeno dell’integrazione subalterna – ha spiegato Maurizio Ambrosini, professore di Sociologia dell’Università di Milano – in cui si accolgono gli stranieri senza metterli nelle condizioni di garantirsi una reale mobilità sociale». Molti immigrati, ha aggiunto, «si illudono di crescere professionalmente, trovandosi invece relegati tra i “colletti blu”, in particolare le donne».
Nel 2024 è cresciuta soprattutto l’occupazione over 54 (+7,9%), ma anche tra i giovani il trend positivo è trainato dagli extracomunitari. Il ricercatore Inapp Corrado Polli ha evidenziato come «ogni 100 lavoratori under 39 ci siano 130 over 40, con un’età media degli occupati che cresce più velocemente della popolazione».
In aumento anche i contratti a termine (+6,6% per gli italiani, +5,8% per gli stranieri). Tra gli extracomunitari prevalgono i contratti tra 32 e 123 giorni (38,1%), segno della forte incidenza stagionale. Il part-time cresce più tra gli stranieri (+3,8%) che tra gli italiani (+2,2%). Un dato interessante riguarda la condizione a un anno dal primo contratto: il 7,4% ha trovato lavoro in un’altra regione e il 38,7% è uscito dal parametro di osservazione, indice di ritorno al proprio Paese, disoccupazione o lavoro in nero.
Nel periodo 2019-2025 i nulla osta rilasciati dal Servizio lavoro della Provincia sono stati 6.529, con 4.918 lavoratori effettivi e un tasso di permanenza del 37%. Tra questi, 1.145 hanno convertito il permesso da stagionale a subordinato (23,2%), ma il 68,5% dei convertiti svolge professioni non qualificate.
Durante la tavola rotonda pomeridiana, organizzata nell’ambito dello stesso convegno, sindacati e associazioni di categoria hanno sottolineato le criticità e le opportunità del lavoro straniero. «Il dibattito pubblico nazionale è inquinato da ideologie e strumentalità politiche – ha detto il segretario generale della Cgil del Trentino Andrea Grosselli –. Anche in Trentino abbiamo un presidente della Provincia che nel 2019 restituì all’Unione Europea un milione di euro perché a suo dire si era fatta troppa integrazione. Quei soldi servivano per insegnare l’italiano». Sul piano nazionale, ha aggiunto Grosselli, «l’obiettivo sembra quello di dare meno diritti possibili, rendendo questa forza lavoro più ricattabile e a basso costo».
«Il Trentino dovrebbe essere una terra di sperimentazione su questi temi, visto che sappiamo cosa significa emigrare – ha aggiunto il segretario generale della Cisl Michele Bezzi –. Noi assistiamo e tuteliamo i lavoratori stranieri, ma serve investire anche sulla loro integrazione». Più duro il segretario generale della Uil del Trentino Walter Largher: «Siamo già in ritardo. Il Trentino ha le capacità per affrontare questi temi, ma serve il coraggio di fare scelte politiche vere e di aprire tavoli di contrattazione». Tra le associazioni di categoria, Barbara Merler (Coldiretti) ha ribadito la necessità di «ridurre i vincoli burocratici e migliorare le tempistiche per i nulla osta», mentre Alessandro Grieco (Confcommercio) ha evidenziato «la necessità di un piano casa e di un sistema di formazione stabile». Andrea Marsonet (Confindustria) ha invece sottolineato come «i lavoratori stranieri siano oggi il motore dell’imprenditoria nuova: negli ultimi dieci anni le imprese italiane sono calate del 6%, mentre quelle fondate da stranieri sono aumentate del 25%». «Dobbiamo lavorare su formazione e casa – ha concluso Largher – e farlo insieme, con scelte coraggiose e condivise tra istituzioni e parti sociali». Da forfait invece al tavolo, non senza qualche polemica, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance). P.Fi.

 

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ADIGE stranieri ART 301025