12 gennaio 2022 – Corriere del Trentino

Sanità in crisi, 500 assenze tra gli operatori

Quello sanitario è il comparto più pesantemente colpito dalla pandemia. Sotto pressione ormai da due anni. Il presidente Fugatti si è rivolto direttamente ai trentini dichiarandosi sereno: «Il personale sanitario di oggi è ridotto rispetto a quello ordinario, perché contagiati e no vax ci sono anche tra i sanitari. E con meno personale bisogna fare tutto l’ordinario, più lo straordinario effetto del covid, più tamponi e vaccinazioni. Che ci sia qualche disagio è inevitabile: questo i trentini lo capiscono. A parte quella minima parte che non lo vuole capire per amore di polemica, e quelli li lascio perdere. Mi dicono di assumere altro personale: potessi, cento ne assumerei. Ma non c’è un medico o un infermiere da assumere in tutta Italia: questa è la situazione».

Che dal punto di vista di chi lavora in corsia, resta comunque molto pesante. Quanto lo hanno chiarito ieri i sindacati Nursing up (infermieri) e Uil Flp incontrando la dirigenza dell’Azienda Sanitaria. Ci sono 200 dipendenti sanitari e addetti sospesi perché non vaccinati (di cui 100 sono infermieri) ed altri 280 a casa in quarantena. Quasi 500 in meno a dividersi un lavoro che la pandemia ha moltiplicato. Numeri che si aggravano per la «fuga» in atto da parte di molti che non ce la fanno più, verso il privato o altre attività. I sindacati chiedono uno sforzo straordinario, perché qualcosa si può fare. Ci sono regioni come la Val d’Aosta che hanno messo in busta paga un incentivo Covid di 350 euro per gli infermieri e 800 euro per i medici. Ma decisivi per attrarre o almeno trattenere personale ormai stremato sarebbero anche una maggiore attenzione alle esigenze di vita, come gli asili nido aziendali o una risposta più flessibile alle richieste di part time, oggi sostanzialmente rifiutati a prescindere dalle situazioni familiari di chi li chiede. Anche puntare sulla crescita professionale del personale può essere un modo per fidelizzarlo e trattenerlo nella sanità pubblica trentina. Insomma, non ci sono solo le nuove assunzioni come possibilità. E quindi dire che non c’è nessuno da assumere non basta, secondo il sindacato, per giustificare l’assenza di risposte alle enormi difficoltà che vive il personale sanitario.

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