04 settembre 2020 – Corriere del Trentino

Test ai prof, aderisce quasi 1 su 3Materne, via con 200 posti vuoti. Inaugurato l’anno a Povo. Baldessari: mancano ausiliari e maestri.

TRENTO Scaffali semi vuoti, pochissimi giochi. L’epoca del Covid-19 non ammette bambole e peluche nelle scuole materne, che ieri hanno salutato l’inizio di questo nuovo, complesso, strano anno scolastico. Però tra aule senza tende (vanno sterilizzate) e stanze filtro ci sono loro. I bambini. Ci sono i loro sorrisi emozionati all’ingresso, ieri mattina, nella materna di Povo. Si inventeranno nuovi giochi, Covid-free, ma almeno sono in classe. Insieme. E non era scontato, così come tanti sono ancora gli ostacoli sul cammino dell’universo scuola: dai circa 200 tra maestri e personale ausiliario che manca all’incognita positivi. L’impegno però politica, istituzioni e corpo docente in Trentino lo sta dimostrando. Parla il numero di test eseguiti, almeno 3.000 su 10.000, che mette la Provincia «in testa alla classifica nazionale» chiosa Nicola Paoli (Cisl Medici). Docenti virtuosi
I primi test sono partiti il 24 agosto e l’adesione da parte del corpo docente è stata così massiccia da indurre l’Azienda sanitaria a prorogare i termini per aderire. Non più quindi fino al 7 ma anche l’8 e il 9 settembre i docenti e il personale tecnico amministrativo potranno prendere appuntamento per il test rapido su sangue capillare. L’indicazione è di rivolgersi al medico curante ma non tutti i medici di base hanno aderito al progetto e quindi molti insegnanti hanno optato per la prenotazione in azienda sanitaria nelle varie sedi sul territorio. In caso di esito positivo verrà fatto il tampone per stabilire se l’infezione è pregressa oppure ancora in atto. L’azienda sanitaria ha eseguito 2.058 test, 43 positivi ma tutti poi con tampone negativo. A questi vanno aggiunti almeno 1.000 fatti dai medici su tutto il personale della scuola,docente e non (circa 10.000 persone). «Il merito — commenta Paoli — è anche dell’eccellente organizzazione: dai medici alla Provincia, dall’azienda sanitaria alla scuola siamo partiti subito con il piede giusto. Questo ci pone in testa alla classifica nazionale».

Posti vacanti
Intanto ieri un primo importante segmento della filiera educativa ha ripreso la sua corsa: per 13.723 bimbi dai 3 ai 6 ann è cominciata la scuola materna. L’anno è stato simbolicamente inaugurato dall’assessore Mirko Bisesti e dal dirigente Roberto Ceccato alla materna equiparata di Povo Suor Angelina Lorenzini, oltre ai vertici della Federazione provinciale delle scuole materne.(Inaugurazione anche a Rovereto al Giardino Incantato) Il presidente Giuliano Baldessari, dopo aver ringraziato tutti per l’enorme lavoro fatto, ha sottolineato come ci siano «ancora problemi di personale. Anche se le chiamate si fanno ogni giorno mancano ancora circa 200 persone tra equiparate e non.Si tratta per lo più di incarichi part time e magari meno appetibili ma indispensabili». L’impegno a porre «dei correttivi » lo ha garantito l’assessore che auspicando un «ritorno alla normalità» ha ricordato come comunque l’attenzione rimanga alta. E si è dichiarato pronto a ragionare con i Comuni per sostenere le eventuali spese incrementate a causa del Covid nei nidi onde evitare il lievitare delle rette per le famiglie. Ceccato ha rivolto un appello alle famiglie, chiedendo loro «un’attenzione forte al patto di corresponsabilità» firmato con la scuola.

Tutti in classe

«Abbiamo salvaguardato al massimo — spiega Martina Ferrai, presidente della materna di Povo — il progetto pedagogico educativo. Quest’estate e in queste settimane è stato fatto un lavoro enorme ed essere qui oggi è quasi un miracolo». Ogni sezione ha il suo bagno, la sua area sonno. C’è un’area filtro dove i bimbi si cambiano, gli ingressi sono scaglionati. Le aule sono vuote, i peluche, le bambole, molti giochi sono scomparsi. Però i bambini sorridono, si rincorrono, fanno merenda insieme. Si danno la mano, in fila, per andare in bagno. Un gesto in cui è racchiuso un mondo, ma non ammesso durante il mese e mezzo di riapertura straordinaria estiva. Una piccola grande riconquista.

Le ordinanze
Intanto anche la scuola primaria e secondaria si avvicina all’inizio dell’anno e molti sono ancora i nodi da sciogliere. Ieri il presidente Maurizio Fugatti ha messo dei punti fermi con due ordinanze, una che recepisce l’accordo Stato Regioni sui trasporti fissando all’80 per cento la capienza massima dei bus e un’altra che introduce le linee guida per la fascia 6-18. Distanziamento, entrate a scuola dilatate e turni in ingresso e igenizzazione sono indicazioni forti. La rilevazione della temperatura è prevista anche per gli studenti, «compatibilmente con gli strumenti a disposizione» e evitando «gli assembramenti». Le mascherine si potranno togliere una volta al banco (vale anche per il docente), e potranno essere anche di stoffa «lavabili e autoprodotte, in materiali multistrato». Si suggerisce la predisposizione di un piano di didattica a distanza integrativa soprattutto per le superiori. Nella stessa ordinanza Fugatti dà il via libera alle scuole di acquisire strutture temporanee da adibire alla didattica o di realizzarne all’interno dei propri spazi anche in deroga ai piani regolatori e alle norme urbanistiche.
In una nota a Bisesti e Ceccato intanto Pietro Di Fiore e Annuscka Brugnara (Uil) stigmatizzano «la mera logica di calcolo numerico» con cui si sono formate due prime classi nella scuola di Martignano, entrambe di oltre 20 bimbi.«Spazi grandi possono andare bene per il Covid ma non per bimbi così piccoli» spiegano.

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