UIL del Trentino: il part-time involontario ostacola l’indipendenza economica delle donne
Comunicato stampa – UIL del Trentino – 21 marzo 2025
Non più tardi di due settimane ci siamo trovati a commentare i tristi dati del rendiconto di genere INPS nel mercato del lavoro, oggi dobbiamo fare i conti con il report della commissione pari opportunità della provincia che non fa altro che confermare, purtroppo, quanto già sappiamo. La Uil e in particolare i settori e le categorie ad alta presenza femminile hanno sempre denunciato e lottato contro il part time involontario femminile.
Il lavoro part-time involontario è un ostacolo all’indipendenza economica femminile. Impedisce una crescita salariale adeguata, rende più difficile l’accesso a pensioni dignitose e rafforza la disparità di genere nel mondo del lavoro.
Il fenomeno colpisce in modo sproporzionato le donne, compromettendo la loro autonomia economica e la possibilità di una piena realizzazione professionale. È evidente che questa situazione non è frutto di scelte personali, ma di un sistema che continua a scaricare sulle donne il peso della cura familiare e della gestione della vita domestica.
È appena trascorsa la festa del papà e come si evince dal rendiconto di genere INPS 2024 “nel periodo considerato le richieste di congedo da parte delle madri coprono oltre l’80% del volume totale di richieste, e solo nel 3% dei bambini beneficiari le richieste risultano coinvolgere entrambi i genitori”. Se poi consideriamo che sono le donne con contratto a part time le maggiori fruitrici del congedo parentale non possiamo sorprenderci se poi i dati che emergono sono quelli di una disparità di genere altissima.
Un altro dato allarmante che va riportato è come il congedo parentale venga più facilmente fruito dai genitori che sono collocati in aziende con più di 50 dipendenti e nelle aziende con meno di 50 dipendenti o meno di 15 dipendenti addirittura l’uso del congedo da parte dei padri è praticamente inesistente (dati rendiconto di genere INPS 2024). Il problema acuisce la disparità soprattutto in un territorio come il nostro, che è caratterizzato dalla presenza di aziende di piccole dimensioni. Ciò, come sostenuto anche da INPS, può essere l’effetto di un combinato di più elementi ma soprattutto da elementi di tipo culturale che acuiscono ulteriormente la disparità e la difficoltà per i padri di utilizzare il congedo. Quante volte abbiamo sentito parlare di MAMMO per descrivere il caso in cui fosse il papà ad occuparsi della cura dei figli anche attraverso il congedo?
Come UIL, continueremo a chiedere alla politica un rafforzamento delle misure di conciliazione tra lavoro e vita privata, con investimenti in servizi pubblici per l’infanzia e l’assistenza agli anziani. Un monitoraggio sulle discriminazioni di genere nei contratti di lavoro affinché il part time non diventi uno strumento per relegare le donne in ruoli marginali e sottopagati e un intervento normativo per limitare il ricorso al part time involontario. Ma soprattutto quello che ravvisiamo è la necessità di un cambio di passo culturale che potrà avvenire solo con gli adeguati strumenti formativi che devono necessariamente essere incentivati e promossi dalla politica.
Annalisa Santin
Segretaria Confederale UIL del Trentino
Scarica il pdf: comunicato stampa uil 21 marzo 25
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