Il T, Corriere del Trentino – Martedì 15 Aprile 2025
Impianti a fune, i dubbi di Cgil e Uil sul ddl Failoni
Consiglio | I due sindacati confederali ascoltati dalla Terza commissione consiliare: «Tutelare di più i lavoratori»
«Sostenere una politica industriale che innovi il settore e favorisca la crescita dell’indotto, ma soprattutto che si metta al centro il lavoro, in termini di qualità dell’occupazione, di garanzie del posto di lavoro e di sostegno alle retribuzioni».
Sono questi i due paletti che secondo la Cgil del Trentino dovrebbero essere inclusi nella nuova normativa provinciale sugli impianti a fune. Le osservazioni e le proposte del sindacato di Via Muredei sul disegno di legge dell’assessore Failoni in tema di impianti a fune sono state illustrate ieri in Terza Commissione dal segretario generale Andrea Grosselli.
Il sindacato, «comprendendo le perplessità già espresse dal Consiglio delle Autonomie Locali», ha sottolineato dunque «l’opportunità che il disegno di legge diventi anche un’opportunità sia in termini di sviluppo del territorio sia dell’occupazione». Così Grosselli: «Dal nostro punto di vista la legge dovrà favorire la definizione di politiche industriali che incentivino l’investimento in innovazione delle società che gestiranno gli impianti di risalita, anche in termini di sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo, visto che parliamo di un’autorizzazione pubblica — ha osservato il segretario della Cgil — è importante che si mettano in campo delle strategie industriali che sostengano anche lo sviluppo delle imprese dell’indotto, sia riguardo alla fornitura di servizi, sia nel turismo e nel commercio».
La Cgil ha puntato anche l’accento sulla questione lavoro: «La nuova legge può essere uno strumento per qualificare anche l’occupazione. Chiediamo, in buona sostanza, che la norma metta nero su bianco l’obbligo dell’adozione dei contratti nazionali. Pensiamo ad una sorta di clausola sociale che tuteli i lavoratori a tempo indeterminato e stagionali di lungo corso».
Preoccupazioni della Uil
Anche la Uil ha consegnato alla Commissione il proprio parere, esprimendo «serie preoccupazioni rispetto alla proposta di passaggio dal regime concessorio a quello autorizzativo per la gestione degli impianti». Il segretario generale Walter Largher ha sottolineato come questa modifica non sia affatto neutra: «La concessione implica un controllo politico e strategico da parte della Pubblica Amministrazione. L’autorizzazione, invece, riduce drasticamente il margine di discrezionalità, trasformando il rilascio in un atto quasi automatico per i privati».
La Uil osserva che il testo del ddl «non definisce in modo chiaro criteri procedurali, garanzie di trasparenza o limiti in caso di concorrenza tra più soggetti richiedenti». Ancora più grave è «la mancanza di tutele per il territorio e i lavoratori nel caso in cui la gestione degli impianti passi a società esterne al Trentino o a fondi d’investimento internazionali».
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