Il T, Corriere del Trentino – Giovedì 8 Maggio 2025

«La Fersina sta per esplodere. La Provincia faccia qualcosa»

 

I sindacati dei lavoratori: «Pochi, con problemi, sono un pericolo»

ACCOGLIENZA

Posti pericolosi per chi ci lavora, luoghi di concentramento che non offrono prospettive future, cestini sociali. Questo sono diventati a Trento i centri di accoglienza secondo gli esponenti delle sigle sindacali Fisascat (Cisl), Fp (Cgil) e Uiltucs che ieri, insieme ai dipendenti della cooperativa Caleidoscopio, hanno incontrato il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini e i capigruppo a palazzo della Regione: «Alla residenza Fersina la situazione è al limite da diverso tempo – ha affermato Alberto Bellini, segretario Fp, in apertura – Affrontiamo un problema di sicurezza sia sotto il profilo “fisico” che del lavoro. Sulle 280 persone ospitate in residenza ce ne sono una decina, alcuni anche con patologie psichiatriche, che esercitano violenza sia sugli operatori che sugli altri ospiti. Tutto questo mentre si parla di dismissione della residenza senza alcuna alternativa concreta, con la proroga di Caleidoscopio che scadrà il prossimo 30 giugno e il nuovo appalto andato deserto. Abbiamo provato più volte a segnalare il tema al presidente Fugatti, in quanto è la Provincia ad erogare quello che è un servizio pubblico, e finora non abbiamo ottenuto alcun riscontro».

Già qualche settimana fa le tre sigle avevano denunciato pubblicamente una situazione definita “al collasso” arrivando a minacciare la mobilitazione, ritirata una volta ricevuta la disponibilità dei consiglieri all’incontro: «I centri di accoglienza stanno diventando luoghi di concentramento o, come qualcuno li ha tristemente ma efficacemente descritti, dei cestini sociali – spiega Fabio Bertolissi della Fisascat – Riceviamo continuamente video e segnalazioni di aggressioni agli operatori, che poi denunciano alle autorità solo come ultima ratio. Gli aggressori, infatti, vengono rilasciati delle forze dell’ordine dopo poche ore, e una volta tornati alla residenza parte la “caccia all’uomo” contro chi li ha denunciati, si fanno ancora più violenti. Le persone che lavorano in questi centri non sanno se torneranno a casa tutti interi, se finora non è accaduto ancora nulla di irreparabile è stata solo fortuna. In residenze come la Fersina non si persegue più alcuna inclusione nonostante la quasi totalità degli ospiti desideri integrarsi, molti di loro hanno anche un lavoro ma non riescono a trovare casa».

Rincara la dose anche Stefano Picchetti della UILTuCS, che punta il dito senza mezzi termini contro la Provincia: «Se non si interviene ora è solo questione di tempo prima che all’interno di uno di questi centri si verifichi qualcosa di veramente grave – avverte – E se ciò accadrà ce l’avremo tutti sulla coscienza, perché l’accoglienza di queste persone è un servizio pubblico. Non si può pensare di concentrare quasi 300 persone in una struttura fatiscente come la Fersina senza che accada nulla. Questa è una politica fallimentare che ha trasformato dei luoghi di accoglienza in isole con nessun legame verso l’esterno».

Hanno preso parola quindi i consiglieri, a partire da quelli di minoranza, con Valduga (Campobase) e Degasperi (Onda) che hanno sottolineato come le forze di opposizione abbiano portato già questioni come il ritorno a un’accoglienza diffusa in Consiglio, venendo però a loro volta ignorati da Fugatti: «Il fatto che il presidente non risponda a questi appelli è grave e rivela come forse non ci sia alcun interesse a trovare una soluzione al problema – commenta il consigliere del Pd Zanella – Questo perché da anni è stata avviata una guerra ideologica contro migranti e richiedenti asilo, che oggi oltre a loro coinvolge anche gli operatori e chi lavora nell’accoglienza. Bisogna capire che gli ospiti di queste residenze non sono costi ma persone, che attraverso percorsi di inclusione possono poi diventare risorse importanti per la comunità».

 

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IL T ART accoglienza 080525

CORRIERE ART accoglienza 080525