Il T, Corriere del Trentino – Domenica 11 Maggio 2025

Salari trentini sotto la media italiana

 

Pochi anche i giorni lavorati in un anno a causa dei tanti precari e stagionali

ECONOMIA

Che i salari trentini siano i più bassi di tutto il sistema Nord Est è cosa ormai nota, che siano al di sotto anche della media nazionale, forse potrebbe essere una sorpresa. Ed è questo il dato che emerge dall’analisi dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. Ad essere bassi non sono, però, soltanto le retribuzioni ma anche le giornate lavorative, ciò sicuramente a causa dell’alto numero di lavoratori stagionali, dediti ad attività turistiche. Ma il dato, dice la Cgia, potrebbe anche essere collegato all’alto numero di precari, al diffuso ricorso al part time e all’economia sommersa.

Allarme stipendi
Secondo lo studio della Cgia, che rielabora i dati Inps del 2023, la retribuzione media in provincia di Trento è di 22 mila 435 euro l’anno, la quarantesima in Italia. Molto lontana dai picchi di Milano, prima in classifica con 34mila e 343 euro l’anno e anche dal vicino Alto Adige, che raggiunge quota 26 mila. Cambia poco anche guardando al dato giornaliero, per cui il Trentino è trentunesimo, con 94,76 euro di retribuzione contro i 133 di Milano e i 110 di Bolzano. Se il Trentino Alto Adige è secondo in classifica tra le regioni con le più alte retribuzioni, è dunque solo merito della parte altoatesina. Anzi, la provincia di Trento fa peggio anche della media italiana: su base nazionale la retribuzione media annua è di 23 mila 662 euro e quella giornaliera di 96,14 euro.

I sindacati
A commento dei dati non si è fatta attendere la risposta dei sindacati trentini: «Non ci sono purtroppo molte novità rispetto al recente passato – commentano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher – Con 22.435 euro medi annui e 94,8 euro medi giornalieri il Trentino non è solo sotto la media nazionale, ma è molto lontano dai risultati delle migliori regioni in Italia. Tra queste svetta l’Alto Adige dove le retribuzioni medie giornaliere sono seconde solo a quelle di Milano e con 110,2 euro al giorno sono più alte di quelle trentine di ben il 16,4% pur con un numero simile di giornate lavorate».

I sindacati confederali confidano che su questo tema si possa raggiungere un’intesa con Provincia e datori di lavoro per condividere interventi e politiche mirate ad aumentare i redditi da lavoro e con esse il potere d’acquisto delle famiglie. Negli scorsi mesi la giunta provinciale ha avanzato una prima bozza di accordo che è ora al vaglio delle parti sociali. «La settimana prossima – confermano i sindacalisti – riprenderà il confronto tecnico con le strutture della provincia che in queste settimane è stato sospeso per alcuni appuntamenti congressuali delle organizzazioni sindacali. Porteremo le nostre proposte per rafforzare la contrattazione collettiva e qualificare i posti di lavoro creati dalla nostra economia. Siamo convinti che le nostre proposte possano essere utili ad affrontare l’emergenza salariale che riduce le potenzialità attrattive e di crescita del nostro territorio».

I giorni di lavoro
L’altro dato rilevante, oltre a quello sulle retribuzioni, è quello relativo alle giornate lavorative. Trento si piazza al 62esimo posto su 107 province, con 236 giornate retribuite, dato simile a quello di Bolzano. La media nazionale è di 246 giornate e a Milano si arriva a 258 giorni. Il record però è di Lecco, a quota 265. Secondo la Cgia al Nord si lavora più che al Sud ma più in generale numeri di giornate retribuite più basse sono collegati da un lato a una maggiore «economia sommersa che non consente di conteggiare le ore lavorate irregolarmente», dato questo rilevante più per il meridione che per il Trentino, dall’altro «a un mercato del lavoro caratterizzato da tanta precarietà, da una diffusa presenza di part time involontario e dai tanti stagionali occupati nel settore ricettivo e dell’agricoltura, che abbassano di molto la media delle ore lavorate».

 

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