Sanità privata. Lavoratrici e lavoratori in sciopero per il contratto
Sindacati: “Il presidente di Confindustria prima parla di questione salariale e poi si nega ai lavoratori con stipendi bloccati da 6 e 13 anni. Si dimetta.
La Provincia vincoli gli accreditamenti al rinnovo degli accordi”
Anche in Trentino, come nel resto d’Italia, oggi le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata scioperano per chiedere i rinnovi dei contratti nazionali Aris e Aiop, fermi — a seconda dello specifico settore — da 6 anni e, per le RSA, da addirittura 13 anni.
La protesta, organizzata unitariamente da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Sanità, è stata decisa a seguito del fallimento del tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro e dopo mesi di rinvii e silenzi inaccettabili.
Un presidio delle categorie locali ha sfidato la pioggia sotto la sede di Confindustria Trento. Le tre sigle sindacali hanno chiesto di essere ricevute dai vertici di Palazzo Stella, ricevendo un diniego. “È gravissimo – hanno tuonato i tre segretari provinciali Alberto Bellini, Giuseppe Pallanch e Giuseppe Varagone –. Il presidente Delladio va sui giornali a parlare di questione salariale e poi, quando il rinnovo dei contratti tocca le sue associate, tace e non incontra i lavoratori. Si dimetta”.
In provincia, i lavoratori e le lavoratrici coinvolti dal mancato rinnovo sono circa un migliaio e operano negli ospedali di San Pancrazio e San Camillo, nelle case di cura Eremo, Villa Regina, Villa Bianca, Solatrix, presso la Cooperativa Villa Maria e il Centro Franca Martini. Si tratta di professionisti che svolgono un servizio pubblico essenziale, garantendo ogni giorno cure, assistenza e professionalità alle persone più fragili. Eppure restano con un contratto bloccato, senza adeguamenti retributivi, senza tutele aggiornate.
Aiop e Aris, infatti, continuano a vincolare l’avvio del negoziato alla copertura integrale dei costi da parte del Governo, delle Regioni e delle Province Autonome.
Per i sindacati è “una pretesa assurda, perché la negoziazione di un contratto è in capo alle associazioni datoriali che rappresentano le strutture private che agiscono per conto del servizio pubblico e che non possono scaricare completamente il rischio d’impresa sulle lavoratrici e sui lavoratori e sulla collettività. Come Sindacati rifiutiamo la logica di chi gestisce pubblici servizi tenendo per sé i ricavi e socializzando i costi, scaricandoli sui lavoratori, sugli utenti o sull’Erario”.
Anche per questa ragione, a livello locale, le categorie hanno sollecitato la Giunta Provinciale a fare un passo avanti verso le lavoratrici e i lavoratori. “È opportuno e giusto che chi riceve accreditamenti e fondi pubblici garantisca salari e diritti ai lavoratori e dotazioni organiche adeguate, alle stesse condizioni della sanità pubblica. Chiediamo alla Provincia regole chiare e vincolanti sugli accreditamenti. Non è accettabile che il diritto al contratto sia ostaggio di un ricatto economico perché ad oggi Aiop e Aris stanno scaricando il rischio d’impresa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e, indirettamente, sull’intera collettività”.
Fino a questo momento, però, le sollecitazioni dei sindacati sono cadute nel vuoto e dall’assessorato alla Salute non è arrivato alcun segnale. Da qui la richiesta di un incontro immediato.
Trento, 22 maggio 2025
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