Il T – Mercoledì 25 Giugno 2025
«Fersina, ora un’accoglienza dignitosa»
I sindacati: «Oggi è un hub di contenimento». Zanella: «Nuovo taglio dei servizi»
Un accordo che «garantisce l’assunzione a tempo indeterminato per le lavoratrici e i lavoratori attualmente in forza», ma che non risolve il «cuore del problema»: «La Fersina è diventata un hub di contenimento, non un luogo di accompagnamento». Così, in una nota congiunta, i segretari sindacali Stefano Picchetti (Uiltucs), Fabio Bertolissi (Fisascat Cisl) e Alberto Bellini (Fp Cgil) commentano l’intesa raggiunta con Leone Rosso, la cooperativa valdostana del consorzio Codeal (con sede a Parma) che gestirà la Residenza Fersina a partire dal 1° luglio.
L’accordo è stato siglato ieri alla sede del Dipartimento salute e politiche sociali della Provincia. Leone Rosso si è assunto l’impegno di assumere tutti i 19 lavoratori di Kaleidoscopio attualmente impiegati nella struttura di accoglienza per persone richiedenti asilo, in via al Desert, a Trento. Un’assunzione «senza periodo di prova, con il pieno mantenimento di livello, orario, tipologia contrattuale e anzianità — si specifica nella nota — Vengono inoltre salvaguardate la rappresentanza sindacale e le deleghe esistenti, ed è prevista la possibilità di assistenza da parte delle organizzazioni sindacali in fase di sottoscrizione dei nuovi contratti». I sindacati, infine, hanno rivendicato il mantenimento delle retribuzioni annue lorde (Ral) attuali. «Abbiamo garantito stabilità e continuità», aggiungono i tre sindacalisti.
Rispetto ai 35 lavoratori previsti dalla dotazione organica originaria, però, si perdono 14 posti di lavoro: 8 a tempo indeterminato (di cui 2 figure di coordinamento che continueranno a lavorare con Kaleidoscopio) e 7 a tempo determinato. Inoltre «non possiamo più accettare che il sistema venga gestito come un’emergenza perenne. La Provincia — tuonano Picchetti, Bertolissi e Bellini — continua ad affrontare il tema dell’accoglienza con superficialità e logiche a breve termine. È una gestione pressapochista, che scarica le incertezze sulle spalle di chi lavora e di chi viene accolto».
Ricordiamo che il 3 aprile scorso i lavoratori occupati nelle Residenze Fersina, Adige e Brennero avevano proclamato lo stato di agitazione. Attualmente nella struttura di via al Desert sono ospitate 260 persone (può ospitarne fino a un massimo di 280): «La Fersina è diventata un hub di contenimento, non un luogo di accompagnamento. E questo è il cuore del problema: il cosiddetto “modello Trentino” non è un’eccellenza, è un’anomalia. Peggiore rispetto a quanto avviene nel resto d’Italia. Ora tocca alla Provincia fare la propria, uscendo dall’improvvisazione e assumendosi la responsabilità di costruire un’accoglienza giusta, dignitosa, diffusa e umana», concludono i tre sindacalisti.
Reazioni arrivano anche dalle minoranze. «L’effettiva riduzione di personale — attacca il consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella — che gestirà la Fersina è legata ad un’ulteriore riduzione dei servizi di integrazione che verranno offerti alle persone richiedenti protezione internazionali da parte della nostra Provincia, che si adegua tout court a quanto previsto a livello nazionale dal decreto “Cutro” in poi, con le restrizioni delle possibilità di inclusione». Zanella, inoltre, invita subito ad affrontare il futuro trasferimento delle persone richiedenti asilo: entro fine anno, infatti, la struttura della Fersina dovrà essere demolita per fare spazio ai lavori del nuovo ospedale. «Dove verranno spostate quando entro cinque mesi la Residenza Fersina chiuderà? O si pensa di decidere una settimana prima come fatto per la Residenza Adige, spostando le persone come pacchi postali. Se ne approfitti per cambiare modello, non solo con l’accoglienza distribuita sul territorio, ma con investimenti per azioni e servizi di integrazione», è l’appello di Zanella.
Scarica il pdf:
No Comments