Il T – Venerdì 4 Luglio 2025
«Occupazione alta ma ci sono ancora troppi precari»
Lavoro
Occupazione record ma con un alto tasso di precariato e un calo delle assunzioni nell’industria, questo il quadro che emerge per i primi 4 mesi dell’anno dalla nota dell’Agenzia del lavoro.
«Il mercato del lavoro trentino – premettono Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Largher che rappresentano Cgil, Cisl, Uil del Trentino in Agenzia del Lavoro – è sicuramente in una fase positiva. I recenti dati Istat del primo trimestre di quest’anno, con un tasso di disoccupazione mai così basso (1,7%) e un tasso di occupazione in costante crescita (71,6%) soprattutto per la componente femminile, testimoniano come la domanda di lavoro delle imprese resti molto solida. Anche i dati amministrativi dimostrano una tendenza simile visto che le assunzioni nei primi quattro mesi sono in crescita rispetto allo stesso periodo del 2024 e segnano un +1,8%».
Per i sindacalisti però, come detto, ci sono anche dei segnali di alcune nuove difficoltà visto che anche le cessazioni sono in crescita (+1,7%) producendo un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni di -5.981 contratti di lavoro, un dato record gli ultimi anni. «Questo dato non deve spaventare – precisano Grosselli, Pomini e Largher – perché risente della stagionalità del turismo. Ma dimostra come il mercato del lavoro trentino crea molti posti di lavoro soprattutto instabili e precari. Anche per questo bisogna spingere le imprese ad investire di più sulla propria forza lavoro, sulla formazione e sulla stabilità dei posti di lavoro».
Infatti, nonostante tra assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato i contratti stabili siano in linea con quelli dei quattro anni precedenti, tra gennaio e aprile di quest’anno le assunzioni con contratti precari rappresentano l’84,4% del totale, in crescita rispetto all’83,6% del primo quadrimestre del 2024. Guardando ancora più indietro, oggi i 28.662 contratti a termine stipulati nei primi quattro mesi di quest’anno indicano un aumento del 16,4% dei contratti a termine dello stesso periodo del 2019. E continua a crescere il ricorso al contratto più precario, quello a chiamata che oggi in termini assoluti ha superato anche l’utilizzo della somministrazione.
Resta poi il problema dell’industria che anche nei primi mesi dell’anno registra un calo delle assunzioni del 9%. «Sul comparto serve maggiore attenzione da parte delle politiche pubbliche», concludono i sindacalisti.
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