l’Adige – Mercoledì 9 Luglio 2025
Sindacati critici sull’Assestamento
BILANCIO Audizioni ieri delle parti sociali in Consiglio provinciale. Cgil, Cisl e Uil dicono no. Delladio (Confindustria) invece dà il via libera
FABRIZIO FRANCHI
Un bilancio provinciale che mette sul tavolo oltre un miliardo di euro di risorse aggiuntive – per la precisione 1.237 milioni, e risorse movimentate per circa 878 milioni – con una liquidità senza precedenti nelle casse provinciali, pari a 4,6 miliardi. Ma anche una manovra che, secondo i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, rischia di perdere la rotta tra bonus estemporanei e incentivi poco selettivi, con il risultato di non incidere né sulla qualità del lavoro né sulla produttività del sistema economico. Diversa la posizione degli imprenditori che invece apprezzano gli sforzi della Provincia per spingere l’economia.
Ieri è partito l’iter dell’assestamento in Consiglio provinciale con le audizioni in Prima commissione legislativa. Cgil, Cisl e Uil, a segnare un tentativo di unità, con i segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Annalisa Santin, parlano senza giri di parole di «programmazione inefficiente» e denunciano una liquidità record che rischia di diventare solo «ingessamento del bilancio», altro che prudenza. E se la maggioranza continua a comprimere i tempi del confronto con le parti sociali su una partita così gigantesca («stavolta abbiamo davvero superato il limite», dicono i confederali), il merito della manovra apre nodi non secondari.
Primo fra tutti, il lavoro. In un Trentino dove l’occupazione è ai massimi storici ma resta troppo precaria (e troppo sottopagata rispetto alla media del Nord Italia), i sindacati chiedono un piano straordinario di formazione continua per preparare la forza lavoro alla sfida dell’intelligenza artificiale e della transizione digitale. Ma invitano anche le imprese a fare la loro parte, alzando la qualità della domanda di lavoro, cioè stabilizzando i contratti e pagando meglio. L’esempio? La revisione degli sgravi Irap: bene premiare chi stipula contratti integrativi che migliorano i salari, ma serve più selettività e più coraggio, incentivando anche chi stabilizza i precari o investe in ricerca e sviluppo.
Poi la famiglia. Sulla natalità e il superbonus per il terzo figlio, dicono Grosselli, Bezzi e Santin, «non servono politiche improvvisate e bonus spot», ma misure strutturali: rafforzare i servizi educativi, potenziare la conciliazione lavoro-famiglia, indicizzare l’Icef per sostenere chi ha figli. Perché senza servizi stabili, il problema non è fare il terzo figlio, ma avere il coraggio di fare il primo. Infine sanità e casa: servono più cure per i fragili e più alloggi a canone moderato, non solo manutenzioni per Itea.
Diverso il registro di Confindustria Trento, che con il presidente Lorenzo Delladio esprime «soddisfazione complessiva», a partire dai 90 milioni destinati ad Apiae (l’Agenzia provinciale incentivazione attività economiche). Poi i 35 milioni a Trentino Sviluppo e i 20 milioni per la filiera Dana. Ma anche il mondo industriale non manca di mettere qualche puntino sulle “i”: sugli sgravi Irap, la richiesta è di non penalizzare chi ha già retribuzioni alte, anche se non stipula contratti integrativi, come previsto dalla Giunta provinciale, e di mantenere il premio per chi incrementa l’occupazione. Preoccupano poi il costo dell’energia (serve più autonomia locale, dicono) e la carenza di alloggi per i lavoratori, per la quale servono soluzioni urgenti. Delladio rivendica infine il valore del nuovo Fondo strategico, ma ne chiede un rafforzamento: i 30 milioni stanziati sono considerati insufficienti a garantire investimenti che rendano davvero competitivo il sistema produttivo locale.
Più “civica” la posizione di Confesercenti, che attraverso il presidente Mauro Paissan plaude all’assestamento come «occasione di ascolto attivo e visione condivisa» e chiede una strategia che superi le divisioni tra categorie economiche. Bene il contributo per il terzo figlio, ma – anche per Confesercenti – il problema sta a monte: «Serve sostenere anche il primo e il secondo», perché è lì che si decide il futuro demografico del Trentino. Bene i fondi per la sicurezza urbana e il sostegno ai piccoli commerci nei comuni soggetti a spopolamento, ma serve stabilizzarli e ampliarli alle periferie urbane, oggi in piena desertificazione.
La Confesercenti torna infine su un cavallo di battaglia: il rafforzamento patrimoniale delle micro e piccole imprese, troppo fragili di fronte a crisi e cambiamenti. La nuova misura introdotta con la legge 6/2023 va nella direzione giusta, ma ora servono continuità e risorse.
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