Corriere del Trentino – Mercoledì 23 Luglio 2025

Bonus Covid, Rsa «dimenticate»
Settecento operatori in attesa. La Uil Fpl: «Risorse esaurite?»

 

Bassetti: «Liquidate solo le Apsp». Parolari (Pd): fare chiarezza

DAFNE ROAT

TRENTO Hanno lavorato senza sosta, sacrificandosi giorno dopo giorno, con turni pesanti e la mascherina incollata sul visto per proteggere i più fragili. Non si sono mai risparmiati, la Provincia aveva promesso un premio, ma per 700 operatori non è mai arrivato. Sul tavolo c’erano tre milioni di euro destinati al bonus Covid III fase che doveva «ripagare», almeno in parte, il personale delle fatiche, anche delle Rsa private, ma i soldi sono stati forse impiegati per altre finalità. La domanda sorge spontanea e a porta è il segretario generale provinciale Uil Fpl Andrea Bassetti che pungola la Provincia sul premio per il personale socio-assistenziale e sanitario.

Da tre anni — la delibera provinciale con la quale la giunta Fugatti aveva approvato l’integrazione al finanziamento del Servizio sanitario provinciale tra cui il bonus Covid III fase risale a fine ottobre 2022 — il personale delle Rsa sta aspettando il premio. Parliamo di circa 700 infermieri e operatori socio sanitari che stanno ancora aspettando il premio. «La memoria di chi ha affrontato in prima linea la pandemia di Covid 19 non può essere dimenticata — affermano Bassetti e Manuel Cescatti, responsabile delle Cooperative sociali —. Ricordiamo che una parte di quel personale inserito nelle Rsa private del Trentino è ancora in attesa del bonus Covid già garantito e liquidato ad ottobre 2024 a chi opera all’interno delle Apsp con accordo specifico».

La Uil Fpl reputa inconcepibile che arrivati a luglio 2025 — l’ultimo sollecito all’assessorato risale a marzo — «non si siano ancora sbloccate le procedure di liquidazione». «È ancora più deludente che i ritardi continuino a perdurare anche se gli uffici provinciali incaricati risultano in possesso dei dati di presenza del personale in servizio nel periodo, forniti nel 2024 dalle Rsa private interessate», commenta Bassetti.

Il sindacato si chiede, considerato il ritardo, se le risorse siano ancora disponibili. Se infatti sul tavolo c’erano tre milioni di euro dedicati e sono stati liquidati solo alle Apsp «ci domandiamo se quanto inserito come risorse dedicate, all’articolo 16 comma 1 della legge provinciale 10/2022 — osserva ancora il segretario provinciale — sia ancora nelle disponibilità del dipartimento e se esaurite, che venga palesato, con necessità ed urgenza di emendarne di nuove in Assestamento 2025, a garanzia di risposte alle “certezze” inserite nella passata legge provinciale».

Poi l’affondo: «Rileviamo, nostro malgrado — dice Bassetti con amarezza — che si continui nella differenziazione di professionisti della salute di classe A e B, in continua e a quanto appare costante concorrenza per gli stessi servizi di qualità in Trentino, anche se inseriti nei settori privati». La Uil Fpl sprona l’assessore Mario Tonina e chiede

«quando anche questo personale potrà vedersi ricompensato per le fatiche accusate durante la pandemia, attendendo certezza di liquidazione per l’impegno garantito all’interno delle residenze sanitarie assistenziali private; le stesse che grazie al proprio personale sono garanzia di servizi essenziali alla persona, impossibili nel concreto a fronte di una congestione del pubblico impiego».

Il sindacato chiede risposte e lo fa anche la consigliera provinciale Francesca Parolari (Pd). Martedì ha depositato un’interrogazione con la quale chiede alla giunta che sia fatta chiarezza. «Le Rsa private erogano un servizio analogo a quello delle Rsa pubbliche — sottolinea Parolari — un servizio che, nel periodo del Covid, è stato garantito in modo encomiabile da personale socio-assistenziale e sanitario viste le limitazioni che sono state mantenute per anni a tutela delle persone fragili accolte che hanno inciso in modo rilevante sulle modalità di svolgimento del lavoro, rendendo le procedure davvero gravose e faticose». Parolari ricorda il sacrificio del personale e chiede alla giunta di chiarire il motivo del ritardo. La consigliera incalza la Provincia: «Se le risorse sono esaurite come si intende rimpinguarle?». Il personale attende una risposta.

 

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