Corriere del Trentino – Sabato 26 Luglio 2025
Passi dolomitici con la Ztl, Trento dialoga con Bolzano: «Va coinvolta la val di Fassa»
Failoni: «Ascoltiamo i territori». Battaiola: «Serve equilibrio»
Mario Parolari, Benedetta Pellegrini
BOLZANO Un incontro istituzionale, un confronto tecnico e un segnale politico: il sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, ha incontrato il vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano e assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità, Daniel Alfreider. Al centro del dialogo, la viabilità del territorio altoatesino, la sicurezza stradale e le nuove misure per favorire una mobilità più efficiente e sostenibile, così da contenere l’ormai sempre più urgente overtourism nei luoghi più sensibili. Nel corso del vertice il sottosegretario Tullio Ferrante, che ha voluto inserire nel nuovo codice della strada le zone a traffico limitato per i siti Unesco per tutelare la costiera amalfitana, si è detto favorevole ad applicare le limitazioni anche sulle Dolomiti che pure rientrano sotto la tutela Unesco. Una misura che potrebbe essere applicata non solo in Alto Adige ma anche in Trentino e in Veneto. In pratica in tutte le aree che ricadono sotto la tutela Unesco.
Il modello, come spiega Alfreider è quello di Braies: «Abbiamo imparato molto dall’esperienza del Lago di Braies: la prima sbarra era troppo vicina, il traffico si moltiplicava. Poi l’abbiamo spostata sempre più indietro. Ora sono felice che tutti l’abbiano capito: bisogna intervenire prima delle valli, non sui passi». Un principio che la Provincia vorrebbe applicare anche alla Val Gardena, in sinergia con il consorzio mobilità della zona. Il progetto non è ancora partito, spiega l’assessore. La localizzazione esatta per il “blocco”, innanzitutto, resta da definire: «Non è detto che sia per forza a Pontives. Sarebbe ancora più ideale bloccare il traffico a Chiusa, già all’uscita dell’autostrada, organizzando shuttle e autobus per portare le persone in valle. Io sono assolutamente favorevole a un contingentamento del traffico».
Se applicare il modello Braies anche agli altri passi Dolomitici lo si vedrà nelle prossime settimane e comunque andrà concordato con le Regioni vicine. In Trentino le prime reazioni sono di apertura al dialogo. «Può essere una buona iniziativa — dice l’assessore al turismo della Provincia di Trento Roberto Failoni —. È positivo che Alfreider sia andato a Roma e noi siamo sicuramente in accordo con Bolzano. Ma sempre dopo aver ascoltato i nostri territori, in questo caso la Val di Fassa. Le zone Unesco sono tante, bisogna capire in quali di queste la misura è applicabile e in quali no». Più cauto Gianni Battaiola, presidente di Trentino Marketing. «Quando chiudi una strada devi offrire alternative, come parcheggi e navette — sostiene – Il tema è molto più ampio: serve uno studio che prenda in considerazione tutte le montagne, i passi e i sistemi di mobilità, coinvolgendo anche Lombardia e Veneto. Queste soluzioni a spot finiscono per isolare un territorio rispetto a quelli circostanti, soprattutto sulle nostre Dolomiti. In più, qualsiasi iniziativa per quest’estate è sbagliata: i turisti hanno già prenotato le vacanze avendo determinate informazioni. Per cui sediamoci pure ad un tavolo. A tutti piacerebbe una montagna senz’auto, ma bisogna trovare il giusto equilibrio tra turismo, rispetto dell’ambiente e cittadini».
In Alto Adige invece l’idea di intervenire negli hotspot è condivisa anche dal mondo economico come fa intendere il presidente dell’Unione commercio Philipp Moser: «Il turismo, così importante per l’Alto Adige, ha bisogno di misura, rispetto e una chiara regolamentazione, per il bene di tutti. L’appello a un contingentamento sul Seceda è giustificato ed estremamente urgente». Moser sostiene con forza il contingentamento: «L’Alto Adige vive di turismo. Ma questo può funzionare solo se sia gli ospiti che i residenti beneficiano in egual misura della sua qualità».
A rafforzare il fronte, anche la voce dei sindacati. Kleva Gjoni, segretaria della Filcams Cgil, è netta: «Basta turismo usa e getta con le montagne che diventano solo sfondi per selfie. La politica deve avere il coraggio di promuovere un turismo sostenibile».
Sulla stessa linea anche il segretario regionale della Uil Tucs Stefano Picchetti. «Non possiamo continuare a vendere il territorio pezzo per pezzo, come se fosse una risorsa infinita».
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CORRIERE turismo 260725
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