l’Adige – Giovedì 31 Luglio 2025
Per le imprese 638 milioni in tre anni
Ieri sera in Provincia firmato il patto per la crescita: 290 milioni per incentivi a fondo perduto e almeno 348 milioni di investimenti immobiliari e in impianti
Le aziende: è un punto di partenza ma dimostriamo di saper collaborare in un momento di grande litigiosità
I sindacati: si apra una nuova stagione di contrattazione
SVILUPPO
Spinelli: «Col tempo cresceranno anche i salari dei lavoratori»
Accelerazione a forza 10
TRENTO – Sul piatto ci sono 638 milioni di euro in tre anni di soldi pubblici. Sul tavolo c’è l’impegno di Provincia, associazioni d’impresa e sindacati a lavorare assieme per la crescita delle aziende e – di sponda e in un secondo tempo – dei salari. Non c’è, invece, un numero che dia l’ordine di grandezza del ritorno al sistema trentino di questo importante investimento da parte della Provincia. Eppure ieri si è più volte parlato di “momento storico” all’atto della firma del cosiddetto “Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali”.
Il documento.
L’obiettivo è provare ad invertire la rotta rispetto ad un’economia ritornata stagnante dopo il Covid. Lo testimonia il fatturato delle imprese nel primo trimestre del 2025 cresciuto appena dell’1 per cento rispetto al 2,3 dell’anno prima, ma anche un mercato dell’occupazione che funziona a pieno regime, anziché con carenza di manodopera, ma salari che non crescono.
Le leve “anticicliche” che la Provincia intende mettere in campo vanno dalle garanzie per l’accesso al credito agli investimenti in ricerca e sviluppo, dalle politiche di attrazione dei lavoratori agli investimenti in welfare, supportando anche la residenzialità decentrata. Nel concreto: 290 milioni di euro per incentivi a fondo perduto agli investimenti a sostegno di produttività e 348 milioni di investimenti immobiliari e in impianti che saranno effettuati direttamente da Trentino Sviluppo per transizioni “green” e digitali. In più sgravi Irap per le imprese che si impegnano ad applicare i contratti nazionali e gli integrativi territoriali.
La Provincia.
«L’obiettivo è cercare di fare in modo che il sistema economico trentino – imprese e sindacati – lavori in modo unitario per la crescita della produttività e dei salari» l’introduzione del presidente Maurizio Fugatti. «Noi – aggiunge – la nostra parte l’abbiamo fatta».
«Se cresce il sistema ci sono ricadute positive per tutti» teorizza il vicepresidente Achille Spinelli. In primis le aziende. «Ma se le imprese crescono possono redistribuire profitti a beneficio prima di tutto del loro primo fattore produttivo, ovvero i lavoratori». «Ovviamente – aggiunge – non tutte le imprese potranno permetterselo da subito, ma in prospettiva questo deve essere l’obiettivo, a vantaggio di tutto il Trentino ».
Domanda: c’è una proiezione di quanto potrà produrre in termini di maggiore ricchezza per il territorio questo Patto? «No – risponde Spinelli – Sono diversi i moltiplicatori da utilizzare in base alle diverse misure. Siamo sicuri che questi interventi dovrà portare una crescita ma non sappiamo di quanto».
Le imprese.
«L’impegno – ha detto il presidente degli artigiani Andrea De Zordo – è sfidante perché ci sono oneri aggiuntivi per le imprese».
«Mettendo a far comune le risorse – gli fa eco il presidente della Cooperazione Roberto Simoni – siamo convinti che l’obiettivo della crescita sia possibile. Ma questa firma deve essere solo un punto di partenza, che avrà bisogno di verifiche step by step».
Laura Licati, in rappresentanza degli albergatore di Asat, ha sottolineato che «il Patto può rendere il nostro territorio più attrattivo per lavoratori in tema welfare», mentre per il direttore di Confindustria Roberto Busato ha messo in evidenza che «in un momento difficilissimo in cui c’è grande litigiosità, il fatto di mettersi insieme per rendere il territorio più ricco è un atto coraggioso».
«Ma adesso – ha aggiunto il direttore di Confesercenti Aldi Cekrezi – ognuno deve fare la sua parte».
I sindacati.
«È la dimostrazione che se ci mettiamo assieme possiamo provare a fruttare al meglio la nostra autonomia» il commento del segretario Cisl Michele Bezzi. Quello della Cgil Andrea Grosselli ha ribadito la necessità di «interventi pubblici selettivi a sostegno delle imprese che portino anche rapidamente all’innalzamento della qualità e della stabilità del lavoro per i giovani e al potenziamento della contrattazione collettiva in settori frammentati e negli appalti pubblici nei servizi».
Per Walter Largher (Uil) «ora che sono state individuate le criticità del territorio, si deve aprire una stagione di contrattazione innovativa».
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