Il T, Corriere del Trentino – Mercoledì 6 Agosto 2025
«Calo Pil, guardare in faccia la realtà»
Sindacati contro Fugatti e la giunta: «Confronto con altre regioni impietoso»
ECONOMIA
L’appello alla coerenza e a non sottovalutare i numeri pubblicati. Non si è fatto attendere il commento delle sigle sindacaliste in merito ai dati dell’Ispat riguardanti il calo del Pil trentino nel 2023, ultimo anno di cui sono disponibili le cifre (Il T di ieri). Le organizzazioni criticano duramente la Giunta provinciale per un rallentamento che, nel nord Italia, riguarderebbe solo il Trentino.
Il dibattito in Aula
In Trentino nel 2023 il Pil ha subito una battuta d’arresto con un calo dello 0,2%. Un dato certificato dal servizio statistico provinciale, che ha subito innescato le proteste delle opposizioni in consiglio provinciale: «Ora anche Ispat smentisce Fugatti», aveva dichiarato il consigliere Filippo Degasperi di Onda, mentre Paolo Zanella (Pd) ha osservato come il Trentino sia l’unico in Italia a decrescere. Posizioni che erano state respinte dal vicepresidente e assessore all’economia Achille Spinelli, che invece ha attribuito il calo del Pil soprattutto all’aumento di popolazione.
L’intervento dei sindacati
“Che la crescita del Pil pro capite sia di poco inferiore a zero o positiva per qualche decimale poco conta – scrivono nella nota congiunta i tre segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil) – La questione che i dati Ispat sollevano è il forte rallentamento della crescita economica che per il 2023 è in senso assoluto la metà di quella prevista ed è inferiore alle altre regioni del nord. Se si applicasse il ragionamento che il presidente Fugatti ha sostenuto in assestamento di bilancio, ossia che l’extra gettito è frutto delle politiche pro crescita della giunta provinciale, allora anche questi segnali di rallentamento andrebbero imputati alla responsabilità dell’esecutivo. Crediamo invece che tutto si debba fare tranne che nascondere la polvere sotto il tappeto. I dati sono un grave campanello d’allarme che non va sottovalutato”.
Quello che desta maggiore preoccupazione, infatti, è il confronto rispetto ai territori circostanti: «Se si allarga lo sguardo alle regioni europee più vicine a noi il confronto appare addirittura impietoso – prosegue la nota – Il Pil pro capite del Tirolo per esempio è cresciuto di quasi il 21% tra il 2019 e il 2023 contro il 5% del Trentino. Lo stesso vale per il Voralberg. Il Salisburgo è cresciuto di quasi il 28%, la Baviera del 22% e i paesi dell’area euro in media sono cresciuti del 24%».
«Non fare finta di nulla»
La richiesta che arriva dalle tre sigle è quindi quella di maggiore concretezza in Provincia per arginare il fenomeno: «Come abbiamo sempre detto, non ci sono bacchette magiche ma questi confronti non possono essere elusi – spiegano i segretari – Dobbiamo smetterla di guardarci l’ombelico o cedere alla propaganda. Dobbiamo rimboccarci le maniche e guardare in faccia la realtà. Per questo chiediamo che fin da subito si attui in tutte le sue parti il patto per la crescita delle imprese e per le politiche salariali che abbiamo firmato solo pochi giorni fa. Su una reale selettività degli aiuti alle imprese abbandonando gli sgravi a pioggia, sul sostegno all’industria e al terziario avanzato, sugli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese bisogna passare subito dalle parole ai fatti anche perché questi dati sono la prova che un turismo con il vento in poppa non sostiene da solo il pil del Trentino. Chiediamo coerenza e lungimiranza alla Giunta se davvero si vuole qualificare il lavoro, rilanciare la crescita e rilanciare lo sviluppo del Trentino sia lungo l’asta dell’Adige sia nelle valli».
L’appello è anche a fare un utilizzo diverso dello strumento dell’Autonomia rispetto a quello praticato negli ultimi anni: «L’Autonomia significa utilizzare al meglio risorse e competenze, un compito che riguarda tutti gli attori economici e sociali ma in primo luogo la politica», concludono i sindacati.
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