Il T – Domenica 31 Agosto 2025

Bonus al via per almeno 60mila famiglie trentine

 

Dagli elettrodomestici, ad asili nido e auto elettriche: tutte le agevolazioni in partenza a settembre e i beneficiari

WELFARE

di Gabriele Stanga

Dagli elettrodomestici, ai contributi per l’acquisto di auto elettriche, fino ai bonus asili nido e nuovi nati, senza dimenticare sport e trasporti. Per molti trentini Babbo Natale (si fa per dire), arriva a settembre. Se, infatti, gli stipendi provinciali restano i più bassi di tutto il Nord Est, quantomeno sono diversi gli incentivi ed aiuti economici nazionali in partenza con la fine dell’estate che potrebbero offrire, se non una boccata d’ossigeno, quantomeno un piccolo sollievo alle famiglie in difficoltà.

Bonus elettrodomestici
Entro le prime settimane di settembre dovrebbe arrivare la firma del decreto interministeriale (Made in Italy e Finanze) sugli incentivi per l’acquisto di grandi elettrodomestici. L’agevolazione riguarda sette prodotti tipo: lavatrici e lavasciuga di classe A o superiore; forni (almeno di classe A), cappe da cucina (almeno di classe B); lavastoviglie (almeno di classe C); frigoriferi e congelatori (non sotto la classe D), asciugabiancheria (almeno di classe C) e piani cottura conformi alle normative europee. La cifra stanziata dal governo è di 48 milioni e per ricevere il bonus è necessario rottamare un elettrodomestico dello stesso tipo di quello che si intende acquistare ma di una classe energetica inferiore. L’agevolazione consiste in uno sconto in fattura del 30% sull’acquisto, con un limite di spesa di 100 euro a dispositivo. Tutti possono beneficiarne potenzialmente ma per le famiglie con Isee al di sotto dei 25 mila euro la soglia massima di spesa è raddoppiata a 200 euro. In Trentino i nuclei che hanno dichiarato un Isee sotto questa fascia sono 46.340.

Bonus trasporti
Non è stato confermato il bonus nazionale di 60 euro per i trasporti ma per gli Isee fino a 15mila euro, in Trentino circa 27mila, sarà possibile usare la Carta dedicata a te, una prepagata di 500 euro per l’acquisto di beni essenziali, tra cui in primis generi alimentari ma anche gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Non serve fare domanda ma è l’Inps stessa a mandare ai comuni le carte, fino ad esaurimento. A Trento inoltre sono attivi abbonamenti agevolati per anziani e disoccupati. Chi è inserito in percorsi per il reinserimento professionale può viaggiare gratis sui mezzi pubblici.

Nuovi nati e asili nido
Una novità di quest’anno è il bonus nuovi nati che sarà possibile chiedere fino al 31 dicembre e i cui termini sono stati ampliati di recente. Si tratta di un contributo di mille euro (una tantum) per ogni figlio nato o adottato a partire dallo scorso gennaio. Altri requisiti sono la residenza in Italia e l’Isee sotto i 40mila euro. In Trentino ad aver dichiarato un Isee al di sotto di tale soglia sono 61.386 nuclei. Tra questi però sono inclusi anche anziani, persone senza figli o con figli nati in un periodo precedente che non beneficeranno della misura. Il bonus nuovi nati si può richiedere direttamente dalla sezione dedicata sul sito dell’Inps ed è cumulabile con altre agevolazioni come il bonus asili nido, anche questo richiedibile fino al 31 dicembre, sul sito dell’Inps o rivolgendosi a un Caf. L’agevolazione è già richiedibile da gennaio ma il maggior numero di richieste parte a dicembre. Il bonus asili nido può essere usato per coprire le spese di frequenza negli asili pubblici e privati, ma anche per l’assistenza domiciliare di bambini con gravi patologie croniche. Tutti i genitori di bambini fino a 3 anni possono richiederlo ma il contributo cambia in base alle fasce Isee. Con un Isee oltre i 40mila euro (o assente) si ricevono 1.500 euro annui, con Isee tra i 25 e i 40mila euro se ne prendono 2.500 e sotto i 25mila si ha il contributo massimo di 3.600 euro.

Patronato Ital Uil
Tra le agevolazioni più discusse a livello nazionale ci sono i bonus asili nido e nuovi nati, riservati alle famiglie con figli piccoli (fino ai 3 anni) e quindi in linea generale ad un pubblico più giovane. Per antitesi si collega a queste agevolazioni anche il bonus Giorgetti, un incentivo per lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che entro il 31 dicembre 2025 matureranno i requisiti per il pensionamento con quota 103 (almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi) o per la pensione anticipata ordinaria (41 anni e 10 mesi di età per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), ma hanno scelto di rimanere a lavoro, come spiega la direttrice del patronato Ital Uil trentino, Paola Urmacher: «Il bonus è una sorta di sgravio contributivo che si traduce in un aumento in busta paga – afferma – chi ha maturato il requisito pensione può decidere di rimanere sul posto, e riceverà un aumento del 9% in busta paga». Il lavoratore infatti non dovrà più versare la quota di contributi all’Inps, che corrisponde al 9% dello stipendio mensile per i lavoratori iscritti a fondi pensione dipendenti. Quello stesso 9% verrà messo direttamente in busta paga. Il beneficio verrà erogato fino all’entrata in pensione. Questo incentivo come i due per asili nido e nuovi nati può essere chiesto direttamente all’Inps o tramite patronato. «Si ha diritto finché non si va in pensione ma abbiamo ricevuto pochissime domande, 4 o 5, perché la gente vuole andare in pensione e la misura è stata poco capita». Ci sono però altri incentivi previsti a livello provinciale, talvolta poco conosciuti, che per le famiglie potrebbero rappresentare una risorsa importante: «Accanto al bonus asilo nido c’è il bonus Cura figli. Vi possono accedere i residenti in Italia da almeno 3 anni, iscritti a un fondo pensione complementare e che abbiano preso un periodo di congedo parentale – spiega – per un congedo parentale di 6 mesi si ricevono anche 2mila euro di contributo fino ai 3 anni di vita del bambino. Molti però non conoscono questa misura e infatti abbiamo avuto pochissime domande anche qui, circa una decina, rispetto alle 2-300 che riceviamo per i contributi nazionali». Misura analoga è il contributo Cura disabili, per chi si occupa di un familiare con disabilità ed è in congedo straordinario. Le cifre sono le stesse. Da non dimenticare anche l’ormai noto bonus terzo figlio da 5mila euro, per i bambini nati in Trentino e la quota in più (fino a 100 euro al mese per bambino) riconosciuta all’interno dell’assegno unico provinciale in base all’Icef. «Su questi le richieste sono tante perché sono inseriti all’interno dell’assegno unico provinciale». Discorso a parte merita il bonus nuovi nati: «È un bonus partito quest’anno su cui inizialmente abbiamo avuto poche domande perché non c’era una procedura Inps e i tempi erano ristrettissimi, ora sono stati un po’ allargati e va chiesto entro 4 mesi dalla nascita. Ma le nascite in provincia sono poche», la considerazione di Urmacher. In linea generale sui bonus pesa l’eccessiva mole di burocrazia: «Andrebbe snellita la serie di procedure, molti contributi potevano essere inseriti all’interno dell’assegno unico senza prevedere altre domande. Certi bonus sono poco utilizzati per questo. Il sistema andrebbe razionalizzato. Io ad esempio toglierei il bonus asili nido e darei più contributi ai comuni per abbassare le rette. Si semplificherebbe il tutto e si risparmierebbe», conclude Urmacher.

Auto elettriche
A settembre, anche se ancora non si conosce il termine esatto, dovrebbero partire anche gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche. A spiegare e commentare le misure è la presidente di Federauto Trentino, Camilla Girardi: «Il Mase (ministero dell’ambiente e sicurezza energetica ndr) ha stanziato una dotazione finanziaria di 597 milioni di euro. Non sarà un click day come l’ultima volta, per fortuna, ed è stato riservato un occhio di riguardo sia alle persone fisiche che alle microimprese». Nel dettaglio «per il cliente privato c’è la possibilità di acquistare auto elettriche N1 ed Euro 5. Sotto i 30mila euro di Isee c’è un contributo di 11mila euro, tra i 30 e i 40mila un contributo di 9mila euro. Per le microimprese, invece, l’incentivo copre solo l’acquisto di veicoli commerciali elettrici leggeri n1 e n2 e la cifra arriva fino a 20mila euro». La misura però è richiedibile solo dalle persone fisiche residenti in aree urbane funzionali, ossia i centri abitati sopra i 50mila abitanti. «In Trentino l’unico centro urbano con queste caratteristiche è Trento, per cui parliamo all’incirca di 32mila, 35mila auto – commenta Girardi. Per fare un raffronto solo a luglio in Italia sono state immatricolate 130mila auto». Di qui il commento finale: «È una misura che non dà sollievo ai concessionari italiani, né tantomeno alla mobilità sostenibile. Bisognerebbe intervenire sulla fiscalità se si vuole dare una svolta al riciclo e ricambio del parco veicoli. Così si avrebbe un rinnovo più frequente e veloce con le aziende che metterebbero un parco usato aggiornato a disposizione del pubblico che ha meno disponibilità economiche».

 

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