Il T, Corriere del Trentino – Sabato 6 Settembre 2025
Aggressione con siringa e flebo allarme al Pronto soccorso
Uil sanità: «Servono misure concrete». Tonina: «C’è la vigilanza armata»
TRENTO
Attimi di paura e confusione al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Stando a quanto raccontato da Giuseppe Varagone, segretario generale della Uil Fpl Sanità del Trentino, nella giornata di giovedì un paziente con problemi psichiatrici ha aggredito dodici operatori sanitari mentre cercavano di calmarlo. In base alle informazioni, sembrerebbe che l’uomo in questione fosse intenzionato a farsi del male ingoiando una lametta. «Il paziente era in stato di agitazione psicomotoria e aveva intenti autolesivi», ha spiegato la sigla.
Da questo, quindi, l’intervento dei sanitari (medici, infermieri e oss) presenti in quel momento all’interno del pronto soccorso, sostenuti anche dal personale di vigilanza. In totale, erano dodici gli operatori che cercavano in tutti i modi di placare il paziente, che invece opponeva resistenza, spaventando di fatto tutte le altre persone sedute nelle sale di attesa. Non solo: «Per oltre venti minuti l’uomo ha minacciato il personale sanitario con una siringa piena di sangue e un palo per le flebo», hanno aggiunto i sindacati, sottolineando che «nonostante l’intevento della polizia, gli operatori sono stati di fatto lasciati soli, senza un supporto reale da parte degli organi competenti». L’assessore alla salute della Provincia di Trento, Mario Tonina, dopo aver verificato l’accaduto, ha voluto sottolineare l’imprevedibilità che può avere una persona affetta da disturbi psichiatrici, ricordando inoltre la presenza in pianta stabile — 24 ore su 24, sette giorni su sette — del servizio di vigilanza armata all’interno dell’ospedale del Santa Chiara, operativo dallo scorso aprile. «Prima lo abbiamo istituito a Trento e — ha ricordato Tonina — settimana scorsa è stato il turno dell’ospedale di Rovereto». Il servizio al Santa Maria del Carmine è attivo dalle 13 alle 7 del mattino nei giorni feriali e sulle 24 ore nei giorni di sabato, domenica e festivi. Anche in questo caso, si aggiunge al presidio delle forze di polizia già presente all’interno della struttura ospedaliera e punta a tutelare sia il personale sanitario che i pazienti, oltre a prevenire gli atti di violenza.
Tuttavia, il potenziamento della sicurezza promosso dall’amministrazione provinciale nelle due principali realtà ospedaliere del territorio, sembra non accontentare — per usare un eufemismo — la Uil Fpl Sanità del Trentino: «Non è più tollerabile che i lavoratori della sanità debbano affrontare episodi di tale gravità senza strumenti adeguati: mancano ambienti sicuri per la gestione dei pazienti». Di conseguenza, l’organizzazione sindacale chiede «con fermezza» alle istituzioni di «intervenire immediatamente con misure concrete, rafforzando la vigilanza e applicando pienamente le normative contro le aggressioni al personale sanitario».
Per Varagone non bastano le misure messe in campo fin qui dalla Provincia: «La cittadinanza merita una sanità pubblica efficiente, accessibile, libera da logiche propagandistiche e realmente in grado di farsi carico dei bisogni di chi soffre», ha concluso il segretario generale della Uil Fpl Sanità del Trentino: «Solo grazie a un reale impegno comune sarà possibile restituire dignità al sistema sanitario provinciale, per dare ai cittadini una sanità pubblica di qualità, equa e funzionante».
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