Il T, Corriere del Trentino – Domenica 7 Settembre 2025
L’appello dei sindacati al Cal: «No alla riforma icef»
Welfare I tre segretari spiegano: «Il 10% delle famiglie sarà escluso dall’assegno, penalizzate le madri sole»
TRENTO
I sindacati confederali del Trentino, Cgil, Cisl e Uil, si rivolgono al presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Michele Cereghini, per ottenere supporto nella revisione delle recenti modifiche all’Icef deliberate dalla Giunta provinciale. In una lettera congiunta, i tre segretari generali – Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil) – esprimono forti preoccupazioni sugli effetti concreti delle nuove regole sul sistema di valutazione della condizione economica delle famiglie trentine. Secondo i sindacati, alcune delle modifiche approvate rischiano di penalizzare numerose famiglie senza tener conto della loro reale situazione economica. «Pur apprezzando alcuni interventi correttivi – scrivono i tre segretari – contestiamo con forza l’eliminazione di meccanismi di deduzione dal reddito che permettevano di riconoscere alle famiglie monogenitoriali, a quelle con componenti diversamente abili, numerose o con entrambi i genitori occupati, i costi aggiuntivi legati alla loro composizione». Queste deduzioni, spiegano, avevano consentito alle famiglie di beneficiare di sostegni al reddito e agevolazioni tariffarie, in particolare per i figli minori, riducendo indirettamente le disuguaglianze territoriali e semplificando il lavoro dei Comuni. I segretari mettono in luce come la riforma, a partire da settembre, potrebbe far salire l’Icef di molte famiglie, anche in assenza di un aumento reale del reddito, escludendone alcune dai benefici del welfare. Secondo analisi dell’Irvapp basate su dichiarazioni 2021, il 43% dei nuclei percettori dell’Assegno Unico provinciale vedrà crescere il valore dell’indicatore e quasi il 10% ne sarà escluso. Le categorie più penalizzate saranno le famiglie con figli in cui entrambi i genitori lavorano e le famiglie monogenitoriali con madre occupata, che rappresentano il 77% dei beneficiari dell’Assegno. Le conseguenze riguarderanno non solo i sussidi provinciali, ma anche le agevolazioni comunali e per i servizi all’infanzia, come nidi e mensa scolastica, con il rischio di azzerare benefici finora garantiti.
A questo si aggiunge la mancata indicizzazione dell’Icef al reale costo della vita: dal 2018, i prezzi dei beni di consumo sono aumentati in media del 20%, con picchi fino al 50% per energia e mutui, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie. «In assenza di un meccanismo di indicizzazione – avvertono Grosselli, Bezzi e Largher – molte famiglie vedono ridursi i benefici a favore dei figli, proprio mentre il costo della vita ne riduce la capacità di spesa». I sindacati chiedono quindi al Consiglio delle Autonomie Locali di svolgere un ruolo attivo a tutela degli enti locali e del welfare provinciale, proponendo un incontro urgente per discutere azioni comuni, coinvolgendo anche le rappresentanze delle famiglie. L’obiettivo è correggere gli effetti più penalizzanti delle modifiche all’Icef, garantendo equità e accesso ai servizi per tutti i nuclei familiari. Come sottolineano i tre segretari, «la nuova disciplina dell’Icef rischia di colpire le famiglie più vulnerabili e di aumentare le disuguaglianze, un esito che non possiamo accettare». La richiesta ai rappresentanti delle autonomie locali è chiara: intervenire per tutelare le famiglie trentine e preservare un sistema di welfare equo e sostenibile.
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