l’Adige – Venerdì 12 Settembre 2025

«Welfare, si chieda la gestione diretta»

 

Una norma d’attuazione per armonizzare le misure di welfare provinciali e nazionali? Bene, ma si può fare di più. Lo sostengono i sindacati, che chiedono alla politica un atto di coraggio maggiore: lavorare per poter gestire in autonomia l’intera partita del sociale.

È di ieri la notizia che la provincia di Trento e quella di Bolzano hanno presentato in commissione dei 12 una proposta di norma d’attuazione, per far sì che gli emolumenti ottenuti dal sistema di welfare sociale trentino (o altoatesino), non diventino reddito equivalente quando si chiedono misure statali (per esempio l’assegno unico universale). Come sono ora le norme, penalizzano – nel senso che fanno apparire più ricchi di quel che in realtà sono – sia le coppie con figli che gli anziani con pensioni sotto al minimo.

Ma al di là della proposta in Commissione dei 12, Cgil Cisl e Uil, invita ad alzare il tiro dell’ambizione: «Non considerare come reddito equivalente, quindi valido ai fini fiscali, i sostegni che le famiglie trentine e altoatesine ricevono dalle province autonome è una modifica che va nella direzione auspicata da tempo anche dalle nostre organizzazioni sindacali, perché garantirebbe ai cittadini delle due province di non perdere i benefici statali in particolare per i figli, per i nuclei più poveri e per i pensionati. Dunque riteniamo positiva la proposta depositata ieri in Commissione dei Dodici. È comunque presto per cantar vittoria. L’iter è appena cominciato e dopo la scontata approvazione della Commissione dei Dodici, il testo dovrà passare al vaglio dei ministeri e, in particolare, della Ragioneria dello Stato. Crediamo al contempo, però, che il quadro istituzionale sia significativamente cambiato e che per questo motivo la proposta della Commissione dei Dodici possa diventare il tassello minimo di una strategia che, a nostro avviso, potrebbe essere più innovativa e coraggiosa proprio per riconoscere piena e concreta titolarità nell’esercizio delle competenze statutarie alle due Province autonome a partire dal tema dell’assistenza».

La riforma allo Statuto permette, secondo Cgil Cisl e Uil, ragionamenti diversi: «Trento e Bolzano hanno l’occasione di valutare una gestione amministrativa diretta di tutte le provvidenze del settore assistenza per i propri cittadini includendo in un unico strumento le misure statali e provinciali. Garantendo così alle istituzioni locali il pieno esercizio dell’autonomia statutaria ed ai cittadini una semplificazione delle pratiche necessarie. È evidente, però, che un tema di questo tipo, che rappresenterebbe un importante avanzamento per l’autogoverno delle nostre province, chiede un significativo e necessario lavoro di mediazione politica in quanto lo Stato dovrebbe garantire alle casse provinciali, attraverso meccanismi compensativi, quanto oggi viene speso per i cittadini trentini ed altoatesini».

Questa sfida, è chiaro anche a Cgil, Cisl e Uil, è decisamente più ambiziosa, ma sarebbe anche più lungimirante: «Con la certezza di non sostituirsi con risorse proprie a competenze statali, può diventare un esercizio di coraggio e visione dell’autonomia che sarebbe il momento di compiere per dare pienezza alla delega sull’assistenza».

 

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ADIGE ART welfare 120925